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La mamma di Alessandro Coatti, il biologo ucciso in Colombia: “Mi manca l’aria per respirare”

Sandra Lovato, la mamma di Alessandro Coatti, il biologo italiano 42enne ucciso e fatto a pezzi in Colombia, ha deciso di affidare il suo dolore ai social. Ritrovate tutte le parti del corpo del ricercatore. Intanto, proseguono le indagini.
A cura di Eleonora Panseri
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Due foto di Alessandro Coatti, il ricercatore italiano di 42 anni ucciso in Colombia, pubblicate sui social dalla mamma del giovane.
Due foto di Alessandro Coatti, il ricercatore italiano di 42 anni ucciso in Colombia, pubblicate sui social dalla mamma del giovane.

"Alessandro, mi manchi da morire. Mi manca l'aria per respirare. Mi manchi, mi manchi tantissimo". Sandra Lovato, la mamma di Alessandro Coatti, il biologo italiano 42enne ucciso e fatto a pezzi in Colombia, ha deciso di affidare il suo dolore ai social.

La donna ha ricordato il figlio in alcune storie Instagram, pubblicando foto del 42enne sorridente scattate durante il viaggio in Sudamerica. “Ciao, amore mio, ti aspetto a casa. Mamma e papà”, ha scritto in un'altra storia, la prima pubblicata dopo aver appreso della drammatica fine del figlio che ha sconvolto familiari e amici.

Una delle storie pubblicate da Sandra Lovato, la mamma di Alessandro Coatti.
Una delle storie pubblicate da Sandra Lovato, la mamma di Alessandro Coatti.

Sandra Lovato, insieme al marito Gabriele Coatti, seguivano da Alfonsine, nel Ravvenate, il figlio che da mesi girava per l'America Latina, con l’intenzione di stabilirsi lì, attraverso la geolocalizzazione nei loro computer.

Secondo le autorità della città di Santa Marta, dove sono stati trovati i resti del ricercatore, abbandonati in tre luoghi differenti (la testa e le braccia erano chiuse all'interno di una valigia), tra le piste potrebbe esserci quella dei gruppi paramilitari che spadroneggiano nella zona. Ma al momento ogni ipotesi resta valida.

Gli investigatori colombiani sperano di trovare indizi nel computer di Alessandro che è stato rinvenuto nell'hotel dove alloggiava (scomparso invece il cellulare) e prelevato.

Ieri nell’obitorio della Medicina legale di Santa Marta sono stati ricomposti i resti del ricercatore, mentre nella casa di Alfonsine i genitori hanno consegnato ai Carabinieri il computer di casa con cui seguivano gli spostamenti del figlio.

Quanto raccolto verrà inserito nel fascicolo aperto dalla Procura di Roma che avanzerà una richiesta di rogatoria alle autorità di Bogotà per una collaborazione alle indagini.

"Non sappiamo nulla, neanche quando Alessandro rientrerà in Italia. Dall’ambasciata di Bogotà ci hanno detto che dobbiamo attendere le indagini. Per ora ho solo una gran voglia di vedere Alessandro e di baciarlo tutto", ha detto a La Repubblica la mamma. Per il rientro della salma in Italia infatti i familiari dovranno attendere lo sviluppo delle indagini.

Il 42enne, laureato alla Normale di Pisa e per 8 anni ricercatore della Royal Society of Biology a Londra, sarebbe rientrato in Italia nella prossime settimane. Negli scorsi mesi aveva già girato l'Ecuador, dove aveva lavorato a un progetto di volontariato ambientale, Bolivia e Perù prima di arrivare in Colombia il 28 marzo scorso e scomparire pochi giorni dopo.

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