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La mamma di Alberto Trentini: “Non ho sue notizie dal 15 novembre, chiedo a Meloni di riportarlo a casa”

Intervenuta a “Che tempo che fa” la madre di Alberto Trentini, il cooperante veneziano detenuto in un carcere in Venezuela dallo scorso novembre: “Desidero una sua telefonata, spero che Meloni lo riporti a casa come è stato fatto con Cecilia Strada”.
A cura di Susanna Picone
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Di Alberto Trentini, il giovane cooperante veneziano detenuto in un carcere in Venezuela, non si sa praticamente nulla. E la sua stessa famiglia non lo sente dal 15 novembre dello scorso anno. Lo ha confermato questa sera in collegamento con la trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa” la madre del cooperante.

Armanda Trentini ha detto di aver sentito per l’ultima volta suo figlio il 15 novembre dell’anno scorso e poi da allora di aver saputo qualcosa solo dall’avvocato che li assiste. “Ci hanno avvertiti che era in stato di fermo, da allora di Alberto non abbiamo avuto notizie, nessuno ha potuto chiedere di poter parlare con un avvocato, contattare la sua famiglia, nulla”, ha detto la donna in trasmissione.

Trentini era arrivato nel Paese sudamericano il 17 ottobre scorso, per una missione con le ong "Humanity e Inclusion".

A metà novembre, mentre viaggiava da Caracas a Guasdalito, è stato fermato a un posto di blocco e arrestato. “Alberto è un cooperante – così ancora la mamma – ha scelto questo mestiere perché ama aiutare chi ne ha necessità, ne aveva fatto la sua missione. Ha studiato per questo. Aveva scelto questa Ong che si occupava di persone con handicap perché si era innamorato di una ragazza che viveva lì, era in Venezuela per starle vicino. Non ci spieghiamo quanto accaduto e da tre mesi non lo sentiamo”.

La donna ha ricordato anche che il figlio assume dei farmaci: “Ci è stato riferito che sta discretamente bene e che può prendere il suo farmaco”, ha detto spiegando che a seguirli è l’avvocata Alessandra Ballerini “che ci informa grazie ai contatti con la Farnesina e altre istituzioni, ma da Alberto non abbiamo mai saputo nulla, la nostra disperazione è questa”.

“Io mi aspetto intanto che arrivi una telefonata di Alberto, è un desiderio che abbiamo dal 15 novembre, ho scritto anche una lettera alla presidente Meloni, anche lei è una madre, mi aspetto che me lo porti a casa, che percorri delle strade anche facendosi aiutare come è stato fatto per la nostra giornalista Cecilia Strada. Bisogna portare Alberto a casa”, ha concluso la donna visibilmente commossa.

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