La mamma del bimbo ucciso dal monossido a Firenze: “La sera prima aveva mal di testa…”
"Non so nulla, adesso non so nulla. So solo che sto cercando di sopravvivere, anzi no. Desidero solo una cosa: morire". È una donna distrutta da dolore Claudia. È la mamma del bimbo di 11 anni, ucciso dalle esalazioni del monossido di carbonio nella villa fiorentina di San Felice a Ema dove viveva col papà, il 49enne Matteo Racheli, e la sua compagna Margarida Alcione. Sono loro le tre vittime della tragedia avvenuta nella serata di mercoledì 18 dicembre, vicino alla zona del Galluzzo.
"Avevo sentito mio figlio la sera prima, mi aveva detto che aveva mal di testa, un forte mal di testa" ha ricordato la donna, sentita dal Corriere Fiorentino. Nessuno poteva immaginare che fosse legato alle esalazioni velenose. E infatti "il giorno dopo (giovedì scorso, ndr), mi sono allarmata perché lui non mi rispondeva al cellulare: squillava a vuoto". Claudia ha provocato a chiamare la scuola e l'ex marito. Nessuna risposta. Purtroppo era già tardi.
Al momento restano ancora gravi le condizioni dell'unica sopravvissuta. Una bambina di 6 anni, figlia di Racheli e della compagna di origini sudamericana. È ricoverata presso l’ospedale pediatrico Meyer. "Sto pensando di adottarla" dice ancora la donna. "Ora però ho bisogno di silenzio" ammette nella telefonata dall’ospedale di Careggi; probabilmente per il riconoscimento della salma del figlio e dell'ex marito.
L'autopsia sui corpi delle tre vittime sarà effettuata nei prossimi giorni. Rimane ancora da chiarire la fonte di diffusione del monossido di carbonio; sarà compito dei vigili del fuoco redigere un rapporto dettagliato. Ciò che è emerso finora è che nell'appartamento erano presenti stufe a pellet e una caldaia.