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La mafia, l’unico settore che non conosce crisi

Secondo il rapporto di Sos impresa e Confesercenti “il crimine organizzato incide sul 7% del Pil” diventando il maggior agente economico del Paese. Mentre il suo raggio d’azione cresce, nel solo settore commerciale si registra un reato ogni minuto.
A cura di Susanna Picone
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Secondo il rapporto di Sos impresa e Confesercenti “il crimine organizzato incide sul 7% del Pil” diventando il maggior agente economico del Paese. Mentre il suo raggio d’azione cresce nel solo settore commerciale si registra un reato ogni minuto.

La mafia Spa è la più grande banca d’Italia con una liquidità di 65 miliardi di euro. L’unica organizzazione che, grazie alla sua fitta rete di rapporti criminali, riesce a muovere un fatturato che si aggira intorno ai 140 miliardi di euro con un utile che supera i 100 miliardi al netto degli investimenti e degli accantonamenti. Un risultato che, in barba alla recessione, emerge dal rapporto di Sos Impresa e Confesercenti nella XIII edizione de “Le mani della criminalità sulle imprese”.

Dal rapporto emerge che sono in numero sempre crescente le imprese commerciali colpite dalla criminalità organizzata: ristoranti, bar, negozi, venditori ambulanti e alberghi, tutti vengono presi di mira dalla mafia che riesce a percepire dalle sole imprese commerciali fino al 7% del pil nazionale. Un’”organizzazione” tale che costringe le stesse imprese commerciali a subire circa “1300 reati al giorno, praticamente 50 ogni ora, quasi un reato al minuto”, lo ha affermato Marco Venturi, presidente di Confercenti. La piccola impresa è in questo modo costretta a una vita affannosa per sopravvivere e sono oltre un milione gli imprenditori vittime di un qualche reato.

Gli interessi della mafia si spostano verso nuovi comparti

Secondo il rapporto di Sos impresa e Confesercenti “il crimine organizzato incide sul 7% del Pil” diventando il maggior agente economico del Paese. Mentre il suo raggio d’azione cresce nel solo settore commerciale si registra un reato ogni minuto.

Dal Rapporto emerge che gli interessi della mafia si sono spostati anche in nuovi settori quali l’autotrasporto, la logistica, il comparto sanitario e lo sport. In particolare per quel che riguarda il settore dell’autotrasporto si spiegano le lievitazioni sempre maggiori dei prezzi relativi ai prodotti ortofrutticoli. Se per i consumatori finali i prezzi, infatti, sono sempre più alti ciò è dovuto anche per effetto delle infiltrazioni della malavita, che non si limitano alle attività commerciali ma appunto si sono spostate anche nel settore dell’ autotrasporto.

In particolare, secondo quanto messo recentemente in luce dalle forze dell’ordine, sono i prezzi di frutta e verdura a triplicare dal campo alla tavola. Nel nostro Paese oltre l’86 per cento dei trasporti commerciali avviene su gomma e la logistica finisce per incidere per quasi un terzo sui costi dei prodotti: la presenza massiccia della criminalità organizzata anche in questo settore contribuisce alla lievitazione dei prezzi finali per il consumatore. Sempre più spesso gli imprenditori agricoli sono costretti a subire una situazione tale che finisce per danneggiare loro in primis. I prezzi pagati agli imprenditori crollano e in molti casi questi non riescono nemmeno più a coprire le spese di produzione. Inoltre i prezzi sempre più alti determinano un contenimento degli acquisti in un Paese leader europeo in quantità e qualità nell’offerta di ortofrutta.

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