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La madre viene picchiata, stuprata e costretta ad abortire: bimbo di 7 anni denuncia il padre e la salva

A Torino una donna era costretta a subire le angherie del marito che sosteneva il rispetto più violento della Sharia. Il figlio di appena 7 anni si è ribellato e ha chiamato la Polizia.
A cura di Redazione
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Immagine di repertorio
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Lo scorso 3 ottobre, a Torino, un bambino di appena sette anni, nato e cresciuto in Italia da genitori di origini egiziane, ha chiamato il 113 per richiedere l'intervento della polizia e salvare la madre. Era l'ennesima volta che il piccolo vedeva la donna picchiata, violentata e torturata dal padre e ha deciso di intervenire. Gli agenti hanno scoperto una condizione di assoggettamento totale: la vittima, oltre alle violenze fisiche, non poteva uscire da sol di casa, non poteva imparare l'italiano ed è stata perfino costretta ad abortire feti femmine. Il tutto per una violenta interpretazione della Sharia, la legge coranica. Ora l'ufficio del Giudice per le indagini preliminari ha ordinato per l'uomo il divieto di avvicinamento alla sua famiglia.

Le torture sulla moglie a Torino

Grazie al coraggio di un bambino di appena sette anni, si è scoperto che in centro a Torino viveva una famiglia costretta a vivere secondo l'interpretazione più rigida e violenta del Corano. Un uomo teneva infatti in scacco l'intera famiglia costringendo la moglie a vivere in una condizione di totale sudditanza e a subire continue torture. Nell'ordinanza, riportata da La Stampa, con cui la Gip Paola Odilia Meroni impone il divieto di avvicinamento e il braccialetto elettronico per l'indagato, la situazione viene così sintetizzata: "Costretta a sentire espressioni denigratorie e mortificanti, a subire plurime coercizioni della libertà personale e plurime percosse volte alla sua educazione, ottenuta facendo leva sulla sua sofferenza".

La donna è stata anche costretta più volte ad abortire feti femmine, perché il marito era convinto che "portassero solo guai" e, nel 2019, durante un viaggio in Egitto era stata molestata sessualmente anche dal suocero. E quando aveva denunciato il fatto, "la soluzione del fatto viene rimessa alla decisione dei saggi del villaggio", non ottenendo di fatto alcuna giustizia. Suo figlio però, a differenza degli altri uomini, ha deciso di difendere e tutelare quella donna.

L'intervento del figlio di 7 anni

Il 3 ottobre dello scorso anno, nell'appartamento nel centro di Torino stavano avvenendo le nuove sevizie nei confronti della donna: il marito la stava picchiando, per l'ennesima volta. Ma quella consuetudine non ha fatto sì che il piccolo figlio si abituasse alla violenza, bensì che volesse denunciarla. Così, con grande coraggio, ha preso il telefono e ha composto il numero della polizia: "Venite, papà sta picchiando la mamma", ha detto. Gli agenti si sono precipitati sul posto e, oltre a portare in salvo la donna, hanno scoperchiato il vaso di pandora.

Ora l'uomo dovrà rispondere davanti ai giudici del tribunale penale del capoluogo piemontese delle accuse di maltrattamenti e lesioni aggravati e intanto, per disposizione della Gip, non può avvicinarsi alla sua vittima e ai suoi figli. Con un braccialetto elettronico che dovrebbe vigilare sul rispetto della misura cautelare.

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