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La madre di Aldrovandi: “Reintegrare quei poliziotti è un’ingiustizia”

Patrizia Moretti contro il reintegro dei quattro poliziotti condannati per l’omicidio colposo del figlio: “Mi aspetto che ci siano risposte concrete che vadano oltre alla solidarietà espressa”.
A cura di Antonio Palma
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Dopo la polemica con il sindacato di polizia che aveva manifestato in piazza per solidarietà nei confronti dei colleghi condannati, torna a parlare Patrizia Moretti la madre di Federico Aldrovandi ucciso da quattro poliziotti  ritenuti colpevoli di "eccesso colposo in omicidio colposo". Lo fa soprattutto per opporsi al probabile reintegro dei quattro agenti tra le forze di polizia una volta scontata la loro pena. I poliziotti infatti quando estingueranno la loro pena detentiva a tre anni e sei mesi di reclusione saranno uomini liberi ma soprattutto potranno di nuovo indossare la divisa perché la legge e il regolamento non prevede l'espulsione in caso di omicidio colposo. "Gli agenti che lo hanno ucciso non devono tornare in servizio. Non sarebbe giusto. Le istituzioni si devono adeguare alla giustizia del tribunale e a quella della gente. Questo oramai non riguarda solo noi" ha spiegato con parole sofferte la madre di Federico decisa a completare anche l'ultimo tassello di una tormentata vicenda anche se "Non si sopravvive alla morte di un figlio". Patrizia Moretti combatte ancora, e anche se ormai è stanca confessa "non sono più disponibile a essere carne da macello. Mi aspetto che ci siano risposte concrete che vadano oltre alla solidarietà espressa". Una caparbietà dimostrata in questi anni con la convinzione che non bisogna fare passi indietro davanti "a comportamenti criminali anche da parte di chi indossa una divisa".

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