“Aiutiamo Alessandro a vivere”. Si chiama così la raccolta fondi diventata virale su Facebook dove al momento sono stati raccolti circa 13.500 euro, mentre altri 12.000 sono stati donati su Gofundme, la nota piattaforma di crowdfunding. Ma chi è Alessandro?
Ne avevamo già parlato a Fanpage. Tifoso dell’Inter e fan di Vasco Rossi. Ex cuoco e metronotte, poi manutentore di hotel. Alessandro Cecilioni ha 54 anni e vive a Senigallia (Ancona). Affetto da una grave forma tumorale al cervello che solo a nominarla fa paura: ”glioblastoma multiforme di quarto grado”. La sua ultima speranza è una cura ormai consolidata in Germania, tanto che molti pazienti nella sua stessa condizione sono già stati salvati.
La terapia, non invadente, prevederebbe l’iniezione nel corpo di virus in grado di disintegrare le cellule malate. Peccato che in Italia le cure attraverso i virus oncolitici siano illegali a livello ospedaliero pubblico, e siano concesse solo nei centri privati convenzionati con l’estero. Così l’intera operazione (trasferta in Germania, ospedalizzazione e soggiorno compresi, oltre alla cura stessa) ha un costo pari a circa 172 mila euro presso la clinica dell’oncologo-virologo Arno Thaller, a Markt Berolzheim (nell’Alta Baviera, tra Augusta e Norimberga), dove molti pazienti sono tornati a camminare, parlare e mangiare da soli, riconquistando la loro autonomia. Quell’autonomia che Alessandro ha ormai perso, come mi racconta Alessio, il fidanzato di Rosy Cecilioni, figlia di Alessandro:
“Lavoravamo entrambi a Londra da due anni e mezzo nel settore della ristorazione: stavamo bene, oltre al vitto e all’alloggio ci potevamo permettere anche di mettere qualche risparmio da parte. Adesso quei risparmi servono tutti per stare completamente dietro ad Alessandro: abbiamo abbandonato lavoro e casa per affrontare questa corsa contro il tempo non appena abbiamo saputo che ad Ale rimanevano solo due mesi di vita.”
Quella dura previsione, però, oggi ha qualche speranza in più grazie soprattutto alla solidarietà. Così Alessandro è partito per la Germania insieme ad Alessio, Rosy e la moglie Fausta il 15 Febbraio. Ha effettuato la prima infiltrazione di virus il 18 e poi il 19 Febbraio per via endovenosa, ottenendo subito ottimi benefici: nonostante la mattina della terapia facesse fatica a deambulare, non avesse lucidità cognitiva e non parlasse, già durante l’infiltrazione ha iniziato a parlare e si è alzato con le proprie gambe.
“Alessandro ha fatto enormi progressi che quasi ogni giorno testimonio con dei video, che poi carico sulla pagina della raccolta fondi Facebook. E i benefici sono aumentati quando, successivamente, gli sono stati impiantati due port (uno venoso e uno arterioso) per mandare i virus oncologici direttamente al cervello.”
Attraverso questi due port sono state fatte due nuove infiltrazioni e i benefici sono raddoppiati in un modo incredibile: Alessandro era addirittura in grado di cucinare e lavare i piatti da solo. Così, gli è stato fatto un tentativo con il virus del morbillo, quello che sarebbe più efficace, ma il suo fisico lo ha rigettato, perciò si è continuato con il “parvovirus”: è a quel punto che la famiglia è dovuta tornare in Italia.
“Il dottor Thaller non aveva posto per accogliere Alessandro, quindi ha fatto il piano terapeutico e una volta protocollato con dosi e virus adatto (era il 28 febbraio) siamo andati a Pavia per continuare le cure da una dottoressa sua collaboratrice, Elisabetta Pontiggia, presso il Centro Ipertermia Oncologica."
Purtroppo però le cure durante il viaggio non è stato possibile farle, così in quattro giorni c’è stata una piccola ricaduta dovuta ad un sanguinamento di un edema cerebrale già in corso. Dall’ospedale di Pavia Alessandro è stato trasferito a Senigallia dove si trova tutt’ora presso il reparto di neuro-oncologia.
“Alessandro è stato ospedalizzato per stabilizzarsi. Sono previsti circa dieci giorni ‘di riposo’ e poi riprenderà subito la terapia oncolitica. In Germania le infiltrazioni duravano due ore in clinica, poi stavamo tutti e quattro in un appartamento: nei primi otto giorni abbiamo speso 30.000 euro tra cure, impianti dei due port e il soggiorno con vitto e alloggio. Nessuno di noi lavora per dedicarsi interamente a questa situazione, d’altra parte Alessandro ha bisogno di almeno tre persone vicino. Per questo c’è bisogno che questa importantissima solidarietà non si fermi.”
Proprio per sostenere la raccolta fondi è successo un piccolo miracolo. Tre ragazzini di appena diciassette anni hanno coinvolto le Istituzioni di Senigallia per organizzare, con coraggio e volontà, un concerto-evento di raccolta fondi presso il teatro “La Fenice”: la serata solidale è prevista per il 26 marzo e i biglietti sono acquistabili presso il teatro stesso oppure contattando la famiglia di Alessandro su Facebook o alla mail rosy.cecilioni@gmail.com