video suggerito
video suggerito
Opinioni

“La logica nazista di Israele” non piace a Repubblica: Odifreddi censurato

Repubblica cancella un post durissimo contro Israele sul blog del matematico Piergiorgio Odifreddi. Lui lascia, con tanti saluti alla libertà d’espressione.
416 CONDIVISIONI
Odifreddi

"In questi giorni si sta compiendo in Israele l’ennesima replica della logica nazista delle Fosse Ardeatine. Con la scusa di contrastare gli “atti terroristici” della resistenza palestinese contro gli occupanti israeliani, il governo Netanyahu sta bombardando la striscia di Gaza e si appresta a invaderla con decine di migliaia di truppe. Il che d’altronde aveva già minacciato e deciso di fare a freddo, per punire l’Autorità Nazionale Palestinese di un crimine terribile: aver chiesto alle Nazioni Unite di esservi ammessa come membro osservatore! Cosa succederà durante l’invasione, è facilmente prevedibile".

È questo il passaggio più controverso del post pubblicato da Piergiorgio Odifreddi, matematico ed autore di diversi libri sul rapporto scienza – fede, sul suo blog personale sul sito de La Repubblica. Un post che ha provocato reazioni furibonde da parte della comunità ebraica italiana, con la decisione finale de La Repubblica di rimuoverlo dal sito. Una scelta che ovviamente non è piaciuta ad Odifreddi, che ha deciso di chiudere il suo spazio ("Il Non – senso della vita2), congedandosi dai suoi lettori con un lungo post:

Per 809 giorni Repubblica.it ha generosamente ospitato le mie riflessioni, che spesso non coincidevano con la linea editoriale del giornale, e ha offerto loro l’invidiabile visibilità non solo del suo sito, ma anche di un richiamo speciale nella sezione Pubblico. Da parte mia, ho approfittato di questa ospitalità per parlare in libertà anche di temi scabrosi e non politically correct, che vertevano spesso su questioni controverse di scienza, filosofia, religione e politica. […]

Cancellare un post non è, di per sè, un grande problema: soprattutto nell’era dell’informatica, quando tutto ciò che si mette in rete viene clonato e continua comunque a esistere e circolare. Non è neppure un grande problema il fatto che una parte della comunità ebraica italiana non condivida le opinioni su Israele espresse non soltanto da José Saramago e Noam Chomsky, al cui insegnamento immodestamente mi ispiro, ma anche e soprattutto dai molti cittadini israeliani democratici che non approvano la politica del loro governo, ai quali vanno la mia ammirazione e la mia solidarietà.

Il problema, piccolo e puramente individuale, è che se continuassi a tenere il blog, d’ora in poi dovrei ogni volta domandarmi se ciò che penso, e dunque scrivo, può non essere gradito a coloro che lo leggono: qualunque lingua, viva o morta, essi usino per protestare. Dovrei, cioè, diventare “passivamente responsabile”, per evitare di non procurare guai. Ma poiché per natura io mi sento “attivamente irresponsabile”, nel senso in cui Richard Feynman dichiarava di sentirsi in Il piacere di trovare le cose, preferisco fermarmi qui.

Tenere questo blog è stata una bella esperienza, di pensiero e di vita, e ringrazio non solo coloro che l’hanno ospitato e difeso, ma anche e soprattutto coloro che vi hanno partecipato. La vita, con o senza senso, continua. Ma ci sono momenti in cui, candidamente, bisogna ritirarsi a coltivare il proprio giardino.

Insomma, un'altra pagina controversa nel "racconto" che i media italiani stanno facendo di ciò che accade nella striscia di Gaza in questi giorni. Una brutta figura per l'informazione italiana. Perché, senza scendere nel merito, non si capisce in che modo e in base a che tipo di valutazione, si possa pensare di eliminare (si badi, non rispondere, né dare spazio a rettifiche o commenti), non una notizia falsa, ma un'opinione, per giunta su un blog personale. Non citerò Voltaire, fin troppo inflazionato in momenti simili. Ma è chiaro che qualcosa non funziona in una logica del genere, proprio perché stride tremendamente con quella "libertà d'espressione – valore assoluto" cui tante volte ci appelliamo. Personalmente non apprezzo molto Odifreddi, né come comunicatore né come scrittore e spesso trovo troppo semplicistiche e scontate alcune sue argomentazioni, ma non mi arrogherei mai il diritto di censurare un'opinione, per quanto forzata o eccessiva io possa considerarla. Mi adopererei perché i lettori abbiano la possibilità di confrontarsi e di giudicare in maniera autonoma e "corretta". Tutto qui.

PS: ovviamente le obiezioni a questo tipo di argomentazioni sono quelle classiche, del tipo "offesa la memoria delle vittime della Shoah", "linguaggio squadrista", "provocazione intollerabile" e via discorrendo. Legittime, appunto. Ma per chi scrive la libertà d'espressione non è valore negoziabile, a maggior ragione in "forma di commento o di opinione". Non è negoziabile, proprio perché ho fiducia nei lettori, nella loro capacità di giudizio e perché considero il confronto come essenziale alla crescita di ogni individuo.

416 CONDIVISIONI
Immagine
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views