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La grande bugia sul cambiamento climatico: la produzione di petrolio raddoppierà nei prossimi anni

Secondo il rapporto dell’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, nel prossimo futuro i paesi perforeranno ed estrarranno combustibili fossili come carbone, gas e petrolio a livelli più che doppi rispetto a quanto necessario per limitare il riscaldamento globale agli 1,5 gradi centigradi promessi.
A cura di Antonio Palma
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Proclami, promesse e annunci da parte dei governi, aziende e istituzioni internazionali sul cambiamento climatico e il minore inquinamento per il futuro appaiono alla luce dei fatti una grande bugia. Secondo il rapporto dell’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, infatti, nel prossimo futuro la produzione di petrolio non calerà ma addirittura aumenterà e nei prossimi anni i paesi perforeranno ed estrarranno più del doppio dei livelli necessari per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi promessi. Il report dell’agenzia Onu, diffuso alla vigilia della conferenza sul clima che si aprirà il primo novembre a Glasgow, indica infatti che l’estrazione di petrolio e gas è destinata a crescere rapidamente con solo un modesto calo del carbone.

Rapporto Unep: 110% in più di combustibili fossili rispetto alle promesse

In pratica, secondo l’Unep, i governi la di là delle intenzioni non sono andati oltre visto che non si registrano sostanziali cambiamenti rispetto al precedente report datato 2019. Nonostante la raffica di obiettivi e di impegni dichiarati da molti paesi, alcuni dei maggiori produttori di petrolio, gas e carbone non hanno stabilito concretamente alcun piano operativo di riduzione dell’estrazione e uso dei combustibili fossili che gli scienziati ritengono necessario per limitare le temperature del Pianeta nei prossimi anni. Nel dettaglio, secondo le Nazioni Unite, i paesi prevedono di produrre circa il 110% in più di combustibili fossili rispetto a quanto sarebbe compatibile con un aumento della temperatura di 1,5° C entro la fine di questo secolo mentre le estrazioni saranno il 45% in più rispetto a quanto necessario per mantenere l'aumento della temperatura a 2 gradi centigradi.

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I governi continuano a scommettere sull’estrazione di carbone, petrolio e gas

Tutto questo nonostante gli effetti della crisi climatica siano ormai chiari.  Nonostante i piani siano “urgenti più che mai, i governi continuano a scommettere sull’estrazione di carbone, petrolio e gas più di quanto sia possibile rispettando i limiti climatici concordati” accusa il report. Secondo lo studio Unep, la produzione di carbone diminuirà, ma al suo posto l’estrazione di gas aumenterà maggiormente nei prossimi 20 anni, a livelli semplicemente incompatibili con l'accordo di Parigi. Il rapporto elenca 15 principali paesi produttori di combustibili fossili tra cui Australia, Russia, Arabia Saudita, Stati Uniti e Regno Unito.

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Onu: "L'uso di carbone, petrolio e gas deve iniziare a diminuire ora"

Non si tratta solo di scelte di industrie ma anche dei governi visto che la maggior parte delle autorità nazionale continua a fornire un supporto politico significativo per la produzione di combustibili fossili.  “La soluzione è chiara: la produzione globale di carbone, petrolio e gas deve iniziare a diminuire immediatamente e rapidamente per essere coerente con la limitazione del riscaldamento a lungo termine a 1,5°C", afferma l’Unep, Al contrario “I paesi del G20 hanno destinato quasi 300 miliardi di dollari in nuovi fondi a sostegno di attività basate sui combustibili fossili all’inizio della pandemia di covid-19, più di quanto abbiano fatto verso l’energia pulita” spiegano dal report calcolando che entro il 2030 questo apporterà a estrarre circa il 240% in più di carbone, il 57% in più di petrolio e il 71% in più di gas rispetto a uno scenario coerente con l’obiettivo degli 1,5 gradi.

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