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La gelosia morbosa è un reato, lo dice la Cassazione

La sentenza della Corte di Cassazione riapre il processo a un marito siciliano particolarmente geloso.
A cura di S. P.
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Cattive notizie per i mariti gelosi. Coloro che vivono costantemente con ansia il loro rapporto d’amore, che spesso commettono errori proprio perché spaventati dal pensiero, con o spesso senza giustificato motivo, di perdere la persona amata, potrebbero pagare caro il loro comportamento morboso nei confronti del partner. Le cattive notizie arrivano dalla Corte di Cassazione. Secondo i giudici, infatti, la “gelosia morbosa” – cioè quella connotata da “insistente contestazione di tradimenti inesistenti, ispezione costante del telefono del partner, reiterate richieste di test del Dna sui figli” – configura il reato di maltrattamenti che punisce la “vessazione psicologica” esercitata in questo modo. La sentenza della Corte di Cassazione, che parla dunque di gelosia morbosa come di un reato, ha riaperto il processo a un marito siciliano, appunto particolarmente geloso della moglie. Un marito che a quanto pare assillava la compagna in tutti i modi facendo addirittura pressione affinché lasciasse il suo lavoro. Lei faceva l'assistente di volo e secondo lui quello non era un lavoro adatto a donne per bene. I supremi giudici, però, hanno aggiunto che deve essere rivalutata anche la veridicità delle accuse rivolte al marito geloso da parte della moglie.

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