La gaffe del Miur: formaggio pecorino diventa “Doggy style”
Sta diventando un piccolo caso tra gli internauti: il sito del Miur incappa in un errore di traduzione, così il formaggio pecorino è indicato con il termine "Doggy style". Mentre ieri sera e questa mattina, su Twitter e Facebook, si parlava del Festival di Sanremo, un altro argomento aveva catturato l’attenzione degli utenti, sconvolti per la gaffe. Il Miur, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha riportato per giorni l’errore in prima pagina. Questo il progetto dell’Università di Firenze: “Dalla pecora al pecorino, tracciabilità e rintracciabilità di filiera nel settore lattiero caseario toscano”. Nella riga sottostante, la traduzione per i colleghi inglesi diventa, “From sheep to Doggy Style, traceability of milk chain in Tuscany”. L’errore è tutto in quel termine, "Doggy Style", che, tradotto risulta particolarmente assonante con il noto formaggio, ma rimanda all’espressione colorita con cui si indica una ben specifica posizione sessuale.
Miur: dal formaggio al tunnel della Gelmini – La perplessità degli utenti, al di là dell’ilarità generata dalla traduzione, verte anche sul sospetto impiego del traduttore di Google per un progetto da presentare agli studenti di tutto il mondo. L’espressione più corretta sarebbe stata, ovviamente, “pecorino cheese”: una traduzione accessibile anche ai meno acculturati, in fondo. Il bando fu pubblicato il 29 novembre scorso e, dopo la scadenza del 20 dicembre, è stato riproposto lo scorso 27 gennaio con scadenza il 15 febbraio, ieri. La gaffe segnalata in questi giorni è solo la seconda nel giro di qualche mese. A settembre 2011, infatti, risale il famoso comunicato dell’allora ministro per l’Istruzione Maria Stella Gelmini, che parlava di un fantomatico “tunnel” tra i laboratori svizzeri del Cern e il laboratorio del Gran Sasso. Anche in quel caso fu subito tormentone sui social network e in tv, tanto da portare alle dimissioni di Massimo Zennaro, portavoce dell’ex ministro Gelmini. Pochi minuti fa, il sito del Miur ha rettificato, correggendo il colorito refuso. Lo screenshot del bando nella sua versione originale, però, è già particolarmente diffuso sulle bacheche Facebook e Twitter.