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La furia di Giosuè sul corpo della mamma Caterina: uccisa con più di 50 coltellate a Messina

I risultati dell’autopsia sul corpo della 62enne Caterina Pappalardo, massacrato nella loro casa di Messina dal figlio 26enne Giosué Fogliani. A scatenare la sua furia potrebbe esserse stata la richiesta di denaro, che la madre non è riuscita a soddisfare.
A cura di Biagio Chiariello
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Giosuè Fogliani e la madre Caterina Pappalardo
Giosuè Fogliani e la madre Caterina Pappalardo

L'ha prima tramortita, poi immobilizzata per evitare che scappasse, quindi l'ha uccisa. E quando la donna era ormai priva di vita, ha continuato a colpirla con numerosi fendenti, arrivando a più di 50 coltellate. È questo il quadro drammatico che emerge dall'autopsia eseguita ieri sera dalla professoressa Elvira Ventura Spagnolo per conto della Procura sul corpo di Caterina Pappalardo, la donna di 62 anni uccisa dal figlio 26enne Giosuè Fogliani al culmine di un violento litigio a Messina.

La salma della vittima sarà presto restituita alla famiglia per i funerali, mentre il reo confesso omicida attende in carcere i prossimi sviluppi. I difensori di Fogliani, gli avvocati Daniele Straface e Oleg Traclò, stanno considerando la possibilità di richiedere una perizia psichiatrica per il 26enne. Si ipotizza che il massacro possa essere stato scatenato dalla richiesta di denaro, che la madre non è riuscita a soddisfare.

Fogliani si è mostrato confuso e poco chiaro ieri mattina durante l’interrogatorio davanti al gip, che si è svolto nel carcere di Gazzi, dove il giovane è detenuto da martedì sera. Dopo aver confessato, ha scelto di avvalersi del diritto di non rispondere.

Gli investigatori della Squadra Mobile, sotto la direzione di Vittorio La Torre, stanno attualmente concentrando la loro attenzione anche sulla vita privata del giovane, esaminando i suoi interessi, le abitudini e le persone con cui aveva a che fare. Il 26enne sarebbe disoccupato e la madre viveva con la pensione di reversibilità del marito. Di fatto, era lei a fornirle l’unica forma di sostentamento.

L'avvocato ha definito il proprio cliente come un ragazzo "molto solitario, senza amici, un computer come svago quotidiano, e qualche rara uscita da casa. Non ho notizie di una fidanzata. Non mi risulta che in passato, durante le frequenti liti con la madre, le avesse mai usato violenza. La perizia psichiatrica è una tappa condivisa dalla stessa Procura".

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