La forza di Lisa, affetta da sclerosi multipla: “Sono un’atleta e la malattia non mi fermerà”
Lisa Sandonnini ha 23 anni, gli occhi pieni di luce e, a dispetto del fisico esile, una forza d'animo immensa. Vive con la famiglia a Campobasso, dove pratica il Karate, la sua più grande passione, sin da quando era bambina. Oggi ha deciso di raccontare la sua storia, intrisa di coraggio e speranza, per essere d'esempio a quanti vivono il suo stesso dramma. Lisa nel 2017 scopre improvvisamente di essere affetta da sclerosi multipla, malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale compromettendo le funzioni motorie, in alcuni casi in modo grave. Per lei, che è un'atleta a livello agonistico, è un pugno allo stomaco, i medici le dicono che niente sarà più come prima. Ma Lisa, sorretta dall'amore dei suoi famigliari, non soccombe e si rimette in piedi in fretta. Un mese più tardi torna sul tatami e conquista la medaglia d'argento ai campionati italiani di Karate. "Voglio dire a tutti che non bisogna arrendersi mai – è il suo messaggio -. Nella vita le cose brutte accadono, ma si possono trasformare in opportunità".
La drammatica notte di San Lorenzo
L'odissea di Lisa comincia una sera d'estate di quattro anni e mezzo fa. E' in compagnia dei suoi amici e improvvisamente sente che la gamba destra non risponde ai comandi. «Si addormentava di continuo – ricorda – apparentemente senza ragione». Il giorno successivo Lisa torna ad allenarsi in palestra insieme al padre, suo maestro ed esperto di arti marziali, ma la gamba non si muove. "Forse ho solo esagerato con l'allenamento", pensa. Ma il mattino seguente non riesce ad alzarsi dal letto e capisce che qualcosa non va.
Il ricovero e la paura di non farcela
I medici la ricoverano e la sottopongono celermente all'esame di risonanza magnetica. La diagnosi non lascia spazio a interpretazioni: sclerosi multipla. Da quel momento comincia la trafila di accertamenti che la condurrà dritta al Campus Biomedico di Roma. "Qui- dice Raffaele, papà di Lisa – abbiamo avuto la fortuna di imbatterci nel dottor Fioravante Capone, che in un paio di settimane l'ha rimessa in piedi". Ma la malattia avanza, la gamba continua a cedere e le prime terapie non sono efficaci. A Lisa crolla il mondo addosso.
La rinascita
La giovane non sa darsi pace: "Era come se mi avessero cancellato 20 anni di vita". Per di più, un mese dopo si sarebbero disputati i campionati italiani di Karate, per i quali Lisa si allena da un anno e a cui non vuole rinunciare. Spronata dal padre, riprende ad allenarsi nonostante mille difficoltà, alla fine trova il coraggio e si presenta alle gare. " Io e papà non ci aspettavamo nulla – ricorda Lisa – volevamo solo reagire alla disgrazia che ci era capitata". E invece succede l'impensabile. La giovane affronta i suoi avversari e vince tutte le sfide, approda in finale e sale sul secondo gradino del podio. "Praticamente ho gareggiato con una gamba sola – ricorda Lisa, che mentre parla ha gli occhi lucidi per l'emozione – se ci ripenso ancora non ci credo".
Il legame con il papà
Lisa e suo padre passano gran parte del tempo insieme e sono legati da un rapporto speciale. "Come tutti – dice la figlia sorridendo – a volte litighiamo, ma ci amiamo da matti. Il suo aiuto è stato indispensabile, senza di lui non sarebbe stata la stessa cosa". Il papà conferma: "Lei a un certo punto avrebbe voluto mollare, ma io le ho imposto di tornare in palestra. Ho trovato la forza di reagire anche grazie all'amore della nostra famiglia, in particolare di mia moglie, che si è prodigata tanto in questi anni". Ma ci sono anche altre due persone a cui va la sua gratitudine: "La compianta preside Angelica Tirone, dirigente scolastica dell'Istituto ‘Colozza' di Campobasso – scomparsa a ottobre del 2019 -, e l'attuale dirigente, Anna gloria Carlini. Entrambe hanno a disposizione la palestra per continuare a praticare gli allenamenti".
La rinascita e tanti sogni da realizzare
Oggi Lisa sta meglio, si è laureata, continua ad allenarsi con costanza e determinazione e la sua gamba destra ha ripreso a funzionare anche grazie alle terapie somministrate dai medici dell'ospedale Gemelli di Roma, dove è in cura da ormai due anni. "Insegno Karate già da un po' di tempo – afferma -, ma ora il mio più grande sogno è quello di poterlo insegnare ai bambini con difficoltà psichiche e motorie. Lo sport modella corpo e mente e aiuta a rafforzare il carattere. Io la mia forza l'ho presa anche da lì". Poi conclude: "Voglio rendere pubblica la mia storia affinché, soprattutto le nuove generazioni, sappiano che niente è impossibile. L'importante è non mollare mai".