La figlia del vigile aggredito è medaglia d’oro: “Ho vinto per mio papà in coma”
Rosalia Licari, figlia dell'ispettore aggredito brutalmente a Catania per aver impedito l'ingresso di un ciclomotore in una zona chiusa al traffico, ha vinto la medaglia d'oro nella Coppa Italia di sollevamento pesi – categoria Under 17 – che si è tenuta a Caltanissetta. "Sto seguendo la sua passione e affronterò delle gare per lui" aveva detto ai microfoni di Fanpage.it in occasione della manifestazione di solidarietà che si è tenuta in via del Rotolo, luogo dell'aggressione. A quest'appuntamento ci sarebbe dovuto essere anche suo padre pronto a gareggiare con lei: e, invece, un branco inferocito non gliel'ha permesso. Luigi Licari, infatti, si trova in un letto d'ospedale, in coma e con una prognosi riservata.
La figlia dell'ispettore a Fanpage.it
"Ho vinto per lui perché, anche se adesso è in coma, è un grande atleta, un campione. Per me è un esempio, un uomo solare, una persona amabile, sempre allegra, determinata e abbastanza tollerante. Mi ha sempre insegnato che non si deve mai mollare e che nella vita non bisogna abbattersi. Anche lui avrebbe dovuto gareggiare ma, purtroppo, non è stato lì con me. Sono certa che ci sarà un’altra occasione per rivederlo sollevare quei pesi. Questa vittoria la dedico a lui" ha dichiarato Rosalia Licari a Fanpage.it dopo essere salita sul podio indossando la maglietta "Io sono con te papà".
Ecco chi è l'aggressore dell'ispettore
Sul fronte delle indagini, l'aggressore ha confessato di aver dato una "manata" all'ispettore Licari negando, invece, di averlo colpito con un casco. Si è detto pentito e non si sarebbe accorto che il vigile urbano fosse caduto per terra, sottovalutando la gravità del suo gesto. Dichiarazioni rese davanti al Gip Daniela Monaco Crea che ha convalidato il fermo ed emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere derubricando il reato da tentativo di omicidio a lesioni personali gravissime.
Ma chi è l'aggressore? Si tratta di un 22enne residente nel quartiere di Picanello, a Catania, a pochi metri dal luogo del pestaggio. Fidanzatissimo da alcuni anni, ha la passione per le BMW, i Rolex e il Calcio Catania (e un incontenibile odio per il Palermo). Innamorato del mare e di Aci Trezza, sul suo profilo non risparmia insulti ai cronisti e alle forze dell'ordine: "Giornalista terrorista, sei scritto nella lista" e "A.C.A.B." (tradotto: "tutti i poliziotti sono bastardi") seguito dal dito medio.
La ricostruzione dei fatti
La ricostruzione fornita dal giovane, però, non convince gli inquirenti: all'aggressione avrebbero partecipato più persone (forse 10), comprese delle donne che avrebbero distratto l'ispettore. Poi, alle spalle, qualcuno lo avrebbe colpito con un casco fino a farlo cadere a terra. Un branco che, adesso, ha le ore contate.