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Omicidio Altavilla Milicia a Palermo

La figlia 17enne di Giovanni Barreca in stato di fermo: “Ha partecipato ai riti su mamma e fratelli”

La figlia 17enne è stata risparmiata dalla follia del padre, Giovanni Barreca, il muratore 54enne che ha confessato di aver ucciso ad Altavilla Milicia la moglie e i due figli, ma ancora non è stato chiarito il perché. A dirlo è il Procuratore di Termini Imerese in conferenza stampa. Pare che la ragazza abbia partecipato alle torture sui familiari messe in atto per liberare la casa dal demonio. Per questo al momento è indagata per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere.
A cura di Eleonora Panseri
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Giovanni Barreca e Antonella Salamone
Giovanni Barreca e Antonella Salamone
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È stata trovata in stato di shock dai carabinieri nella casa dove si è consumata la strage familiare di Altavilla Milicia nella notte tra sabato 10 e domenica 11 febbraio ma ancora non è stato chiarito perché la figlia 17enne della famiglia Barreca sia stata risparmiata dalla follia del padre Giovanni.

Il muratore 54enne poco meno di una settimana fa ha telefonato al 112 confessando di aver ucciso la moglie Antonella Salamone, 41 anni, e i due figli Kevin ed Emanuel, di 15 e 5 anni. L'adolescente, secondo quanto confermano fonti investigative a Fanpage.it, è attualmente in stato di fermo per omicidio pluriaggravato e occultamento del cadavere della madre.

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La ragazza non avrebbe subito alcuna violenza e pare che abbia partecipato alle torture inflitte agli altri componenti della famiglia dal padre e dai suoi due presunti complici, i coniugi Sabrina Fina e Massimo Carandente, che si sarebbero fatti chiamare i ‘Fratelli di Dio'.

Sabrina Fina e Giovanni Barreca
Sabrina Fina e Giovanni Barreca

All'origine del delitto pare ci fosse la volontà dei presenti di "liberare la casa dal demonio". È quanto emerso durante la conferenza stampa tenutasi nella mattinata di oggi, venerdì 16 febbraio, presso la Compagnia Carabinieri di Bagheria. "Abbiamo avuto molta collaborazione, sia ad Altavilla che a Bagheria, dove la 17enne e suo fratello di 15 anni frequentavano il liceo artistico. Anche la ragazza, essendo l’unica dei figli sopravvissuta, ha dato il suo contributo per conoscere la verità", riferisce Ambrogio Cartosio, procuratore della Repubblica di Termini Imerese, che aggiunge, parlando delle torture subite da Antonella Salamone, Kevin ed Emanuel Barreca: "La 17enne è stata coinvolta nella situazione di parossismo religioso che si è creata. Ha partecipato a una serie di torture ai danni di sua madre e di suo fratello".

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"Per quanto riguarda l’eventuale responsabilità in materia di reati specifici da parte della ragazza – prosegue il procuratore -, la valutazione non ci compete. Abbiamo trasmesso gli atti alla Procura dei minori presso il tribunale di Palermo e questa è una valutazione che non compete a noi". Secondo quanto riferito dal procuratore, prima di morire a sua volta per mano del padre, sembrerebbe che anche l'altro figlio, Kevin, sia stato coinvolto in quello che per gli inquirenti sembra a tutti gli effetti un "rito" per esorcizzare il demonio.

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Manfredi Lanza, il sostituto procuratore della Repubblica di Termini Imerese spiega anche che la posizione della figlia 17enne di Barreca sarà oggetto di ulteriori approfondimenti da parte di chi sta indagando sul triplice omicidio. Come già detto, infatti, non è ancora stato chiarito il motivo per cui la ragazza sia stata lasciata in vita. "Ci sentiamo di rispondere soltanto che attualmente stiamo chiarendo le ragioni per cui nei confronti della minore non è stata rivolta nessuna condotta, a quanto sembra. Ma, appunto, attendiamo un pochino di chiarirne le dinamiche acquisendo elementi in tal senso".  Subito dopo la scoperta dei corpi, era stato anche detto che la 17enne sarebbe stata drogata ma il sostituto procuratore non conferma: "Su questo non abbiamo contezza, ma dagli elementi indiziari che abbiamo raccolto sembrerebbe di no".

Giovanni Barreca
Giovanni Barreca

Secondo quanto è stato ricostruito in questi giorni, pare infatti che sia Giovanni Barreca che i suoi due presunti complici, che continuano a dirsi innocenti, fossero pervasi da un forte fanatismo religioso e che avessero l'ossessione della presenza del male. Come riferito dagli inquirenti, sembrerebbe anche che il rito corale, questa sorta di esorcismo, sia andato avanti "per circa un mese", coinvolgendo il nucleo familiare e i due coniugi.

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