La fiaccolata in memoria di Andreea Rabciuc, gli amici: “Vogliamo credere all’impossibile, chi sa parli”
Si è tenuta nella serata di ieri, dalle 21 in poi, la fiaccolata silenziosa per Andreea Rabciuc, la giovane scomparsa il 12 marzo 2022 a Jesi dopo una festa alla quale aveva partecipato con il fidanzato di allora, Simone Gresti,e alcuni amici. I resti della ragazza sono stati trovati nel casolare di Castelplanio, poco lontano dal luogo della scomparsa. Nella struttura abbandonata sono state inoltre trovate alcune scritte su una trave di legno in cui Andreea si riferiva all'allora fidanzato 44enne e rivolgeva un pensiero alla mamma. "Se lui non mi avesse tolto il cellulare – scriveva – avrei chiamato la mamma".
Mentre continuano le indagini per accertare cosa sia successo alla giovane, con unico indagato Gresti per omicidio volontario e istigazione al suicidio, la mamma Georgeta Cruceanu ha deciso di ricordarla con una fiaccolata silenziosa alla quale erano presenti gli amici di Andreea e i colleghi di lavoro dell'Oscar Wilde. "Voglio ringraziare tutti – ha dichiarato commossa Georgeta Cruceanu – per essere qui questa sera a ricordare la mia Andreea. So che mia figlia vive nel cuore di ognuno di voi e siete tanti. Per questo vi ringrazio".
Subito dopo, la parola è passata a Marzia, psicologa e amica di famiglia che conosceva Andreea dal suo arrivo in Italia per stare accanto alla mamma. "Siamo qui per ricordare una ragazza che per noi è stata una persona cara, che amiamo e rispettiamo per l'allegria e la spensieratezza che ha portato nelle nostre vite. Tutto lo staff dell'Oscar Wilde la ricorda con grande affetto e la amava profondamente".
L'amica di famiglia ha poi letto una lettera di Alessandro Morbidelli, amico di Andreea e collega del pub Oscar Wilde.
È impossibile accettare che Andreea non ci sia più – scrive Morbidelli – impossibile accettare un mondo in cui manca il suo sorriso generoso, quello che destinava a tutti, specchio di un cuore profondo e complicato facile da afferrare e facilissimo da sfruttare. Se in questo cuore avevi la fortuna di rimanere, allora trovavi un posto sicuro, una casa per sempre".
"Impossibile – continua – non ricordare la semplicità di questa ragazza che non le mandava a dire e che non aveva paura di niente e di nessuno. Non temeva di farsi sentire né di farsi vedere, colorata com'era. Impossibile non essere rapiti dal mondo magico che Andreea rappresentava con un cappello con le orecchie o con uno zainetto a forma di unicorno, l'animale fantastico simbolo di libertà. Questo vogliamo fare: credere all'impossibile. Credere agli unicorni perché credere significa anche pretendere che l'impossibile accada e pretendere che chi sa, parli; che chi ha responsabilità paghi".