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Covid 19

La fase due per l’attività fisica: in palestra 2 metri di distanza, in piscina 7 mq a persona

Dal 18 maggio riapriranno tutte le attività produttive e commerciali, con regole riguardanti soprattutto il distanziamento sociale. Vale lo stesso discorso anche per le palestre, dove si dovrà mantenere uno spazio di due metri tra ogni utente durante l’attività fisica. In piscina si deve invece prevedere una superficie d’acqua di 7 mq a persona.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dovevano essere le ultime riaperture previste. Ma per palestre e piscine la ripresa delle attività si avvicina. Anche sulla base delle linee guida stipulate da governo e Regioni e che porteranno alla predisposizione di singoli protocolli regionali. Con la riapertura di tutte le attività prevista dal 18 maggio, anche per palestre e piscine vengono stabilite regole restrittive, con disposizioni comuni come quelle riguardanti le informazioni da fornire obbligatoriamente agli utenti, le indicazioni che devono dare istruttori e bagnini e la possibilità di rilevare la temperatura corporea e impedire l’accesso a chi l’abbia superiore a 37,5 gradi.

Le regole per la palestra: prenotazioni e scarpe apposite

Le palestre devono garantire una pianificazione degli accessi, magari con ingressi su prenotazioni, dove possibile. Bisogna evitare assembramenti e tenere l’elenco delle presenze per almeno 14 giorni. Negli spazi come spogliatoi e docce bisogna garantire la distanza minima di un metro. Devono essere installati dispenser di gel igienizzante, obbligatorio all’ingresso e all’uscita. Viene vietato lo scambio di borracce, bottiglie, asciugamani e accappatoi. Le scarpe indossate all’interno devono essere impiegate esclusivamente per la palestra. Tutti gli oggetti personali devono essere riposti dentro una borsa, anche se all’interno degli armadietti. Regole stringenti vengono disposte anche per i sistemi di areazione.

Gli spazi in palestra e l’utilizzo degli attrezzi

Quando non si svolge attività fisica la distanza minima da mantenere è quella di un metro. Ma durante l’attività la distanza sale a due metri, con una maggiore attenzione nei casi di quella ritenuta più intensa. Di conseguenza, bisogna valutare il posizionamento di attrezzi e macchine. Se alcuni attrezzi non possono essere disinfettati, allora non possono essere utilizzati. Tutti gli altri devono essere puliti e disinfettati più volte al giorno.

Le regole per le piscine

Nelle piscine pubbliche e in quelle per l’uso collettivo o delle strutture ricettive bisogna seguire una serie di regole, che non valgono, invece, per le piscine destinate agli usi di cura, di riabilitazione e termali. Intanto viene stabilito il divieto di accesso al pubblico sulle tribune, così come il divieto di manifestazioni ed eventi. Bisogna evitare aggregazioni, rispettando il distanziamento di almeno un metro negli spazi comuni, negli spogliatoi e nelle docce, dove si possono utilizzare le postazioni alternate o le barriere. Tutti gli indumenti e gli oggetti personali devono essere riposti dentro una borsa o un sacchetto. Si deve evitare l’uso promiscuo degli armadietti. Dove è possibile, si devono prevedere percorsi differenziati per ingresso e uscita. Il suggerimento è quello di permettere gli ingressi solo su prenotazione.

La distanza in acqua e l’affollamento in piscina

Per quanto riguarda l’affollamento, nelle aree dei solarium e nelle aree verdi si deve prevede uno spazio di almeno sette metri quadri di calpestio a persona. La densità di affollamento in vasca prevede una superficie di acqua a persona di 7 mq. Sulla base di questi criteri bisogna gestire gli ingressi. In acqua, come avviene normalmente, si deve accedere dopo aver fatto una doccia e usando la cuffia. Non si può, inoltre, sputare, soffiarsi il naso e urinare. Fuori dalla vasca, tra sdraio e lettini bisogna mantenere un distanziamento di almeno 1,5 metri, disinfettandoli dopo ogni cambio di utente. Ci sono poi una serie di parametri da seguire per i gestori riguardanti il cloro e le analisi dell’acqua.

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