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Guerra in Ucraina

La Farnesina convoca l’ambasciatore russo: “Basta accuse, da noi nessuna propaganda anti-russa”

La Farnesina ha convocato l’ambasciatore russo in Italia per respingere le accuse di Mosca di avere dei media che fanno propaganda contro la Russia.
A cura di Giacomo Andreoli
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Le accuse di amoralità di alcuni rappresentanti delle istituzioni e dei media italiani sono "false e irricevibili". A dirlo è stato stamattina il Segretario generale del ministero degli Esteri, Ettore Francesco Sequi all'ambasciatore russo in Italia Sergey Razov. Quest'ultimo è stato convocato dalla Farnesina su decisione del ministro Di Maio e di Palazzo Chigi. Le accuse erano state rivolte ai giornalisti italiani, a partire da quelli di Report, dal ministro degli esteri russo Sergei Lavrov.

Sequi ha quindi respinto al mittente le insinuazioni relative al presunto coinvolgimento dei media del nostro Paese in una campagna di propaganda anti-russa. Tutto ciò è stato invece confermato ieri sera dalla portavoce di Lavrov, Maria Zakharova, durante un’intervista a Non e’ l’Arena, su La 7. Secondo il governo di Mosca i media italiani violano i diritti dei cittadini russi che vivono nel nostro Paese, facendo crescere sentimenti russofobi nella società.

Sequi ha poi rinnovato a Razov la condanna per l'ingiustificata aggressione all'Ucraina da parte della Russia. "Sequi – si legge in una nota – ha ribadito l'auspicio del governo che si possa giungere presto a una soluzione negoziata del conflitto su basi eque e di rispetto della sovranità ucraina e dei principi del diritto internazionale". Non solo: la Farnesina ha sottolineato a Razov la necessità impellente di un accordo tra russi, ucraini e comunità internazionale per sbloccare le esportazioni di grano dai porti ucraini e mettere fine alla crisi alimentare globale.

Nei giorni scorsi, poi, era stato lo stesso ministro Di Maio a replicare alle accuse di Mosca, sottolineando che "in Russia è vietato parlare di guerra, mentre vengono censurate le immagini terrificanti di civili ucraini uccisi dalle bombe russe". L'esponente del Movimento 5 stelle ha inoltre ammonito che "i nostri mezzi d’informazione non possono prendere lezioni di giornalismo dalla Russia, né tantomeno ricevere minacce".

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