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La famiglia di Sammy Basso racconta la lettera-testamento: “Non sapevamo, conservata dal suo migliore amico”

I familiari di Sammy Basso hanno raccontato di aver letto la lettera-testamento scritta dal 28enne malato di progeria morto lo scorso ottobre soltanto tempo dopo il suo decesso. “Per 7 anni è stata custodita dal suo migliore amico”
A cura di Gabriella Mazzeo
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È morto il 6 ottobre scorso Sammy Basso, il 28enne noto per il suo impegno come attivista e per essere per essere il più longevo malato di progeria al mondo. Prima di andarsene,Basso aveva scritto una lettera testamento aperta dai familiari soltanto tempo dopo la sua morte. I componenti della famiglia Basso sono stati eletti italiani dell'anno da Famiglia Cristiana per il 2024. Il riconoscimento è stato loro assegnato per la "straordinaria testimonianza di amore per la vita e unità familiare".

I familiari di Sammy Basso hanno rilasciato un'intervista al Corriere della Sera, nella quale hanno raccontato di aver scoperto della lettera-testamentio del 28enne solo dopo il suo decesso. "Parlavamo di qualsiasi cosa, ci dicevamo tutto, Sammy aveva scritto alcune lettere nel 2017 prima dell'operazione al cuore che avrebbe poi affrontato due anni dopo. Sapeva che quell'intervento per lui sarebbe stato una vera e propria scommessa, ma lo aveva affrontato con coraggio. Prima di entrare in sala operatoria aveva sorriso e fatto il segno della croce sulla fronte. In questo modo abbiamo vissuto l'attesa con serenità".

Nicolò Gherardi, 20 anni, amico di Sammy Basso
Nicolò Gherardi, 20 anni, amico di Sammy Basso

Le lettere delle quali Sammy aveva parlato ai familiari sono state conservate per anni al fisioterapista e amico Mauro Grande, con il quale aveva un rapporto speciale e condivideva la ricerca di una fede profonda. "Quando gli abbiamo detto che era mancato, ci ha detto che sarebbe venuto presto da noi e ci ha consegnato gli scritti – hanno sottolineato i familiari -. La Messa del funerale è stata bella, era arrivato a concepire la morte come un passaggio, non come una fine. Ecco perché andava festeggiato".

"La vita per Sammy era sacra. Ha iniziato il suo saluto rassicurando tutti di aver vissuto felicemente la propria vita. Ha fatto quello che poteva e talvolta anche di più, sfidando la sorte. Ha convissuto fin da bambino con la malattia, è cresciuto sapendo cosa aveva e cosa lo aspettava. Era sicuro di non aver perso alcuna battaglia con la malattia, diceva di aver abbracciato la vita con le sue difficoltà, così com'era".

Nel corso dell'intervista, i familiari hanno voluto lanciare un messaggio, lo stesso che secondo loro Sammy avrebbe condiviso. "Se ti chiudi ti isoli. Bisogna farsi attraversare dalle prove, accettarle. Se non le accetti non puoi gustare la gioia quotidiana".

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