La famiglia dell’italiano ucciso in Donbass a Fanpage: “Ha sempre voluto combattere, ci mancherà”
"Ha sempre avuto questa idea di partire e combattere, mi fa male al cuore pensare di non rivederlo più". Così Fanpage.it parla Rino Ongaro, lo zio di Edy Ongaro, il primo italiano foreign fighter a cadere nella guerra russo-ucraina. Il 46enne veneziano è rimasto ucciso ieri da una bomba a mano mentre combatteva con le milizie separatiste del Donbass.
La voce di Rino Ongaro, residente a Portogruaro, comune nell'hinterland veneziano, è commossa quando gli chiediamo di suo nipote, Edy, arruolato nelle milizie filorusse a partire dal 2015: "Ho appena parlato al telefono con mio fratello (il padre di Edy Ongaro, ndr), ci fa male pensare di non rivederlo più". Alla domanda se possa aiutarci a ricostruire quelle che sono state le scelte di Edy da combattente volontario nei gruppi filo russi, aspetta qualche secondo, poi parla a singhiozzo: "Cosa vuole che le dica, lui ha sempre avuto questa forte spinta a partire per andare lì ed aiutare a combattere. Così è stato fino a quando è finito tutto, fino a quando ha trovato la morte. È mio nipote, mi dispiacerà non poterlo rivedere".
Quando la salma ritornerà in Italia e cosa accadrà ora a Edy non è ancora dato saperlo. "Non saprei neanche cosa si deve fare in queste circostanze. Edy qui non aveva una famiglia, non aveva figli. C'eravamo solo noi e gli amici di sempre. Guardi, mi dispiace molto pensare di non rivederlo", ha concluso lo zio.
Sempre sul caso Edy Ongaro, il Comandante del Comando dei Carabinieri di Portogruaro, Corrado Mezzavilla, ha confermato ha Fanpage.it che la morte del combattente italiano è stata resa nota tramite i conoscenti intimi della vittima, ma che l'ufficialità deve ancora arrivare. "L'abbiamo saputo attraverso i giornali e tramite le dichiarazioni degli amici", spiega il comandante, "anche noi non abbiamo altri dettagli oltre a quelli che abbiamo appreso dai mezzi stampa".