La droga arriva in ambulanza: le consegne di cocaina, marijuana e hashish durante il Covid
In piena emergenza Covid la circolazione era vietata. Ma non per la droga partita dalla Calabria, che riusciva ad arrivare a Messina tranquillamente grazie alle autoambulanze. È il particolare che emerge dall'operazione antidroga dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza locale, che hanno eseguito una ordinanza del gip del Tribunale di Messina su richiesta della DDA, ottenendo 54 arresti (quarantotto persone in carcere, 6 ai domiciliari e 7 con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria).
Le accuse, a vario titolo, sono quelle di far parte, come capi, fornitori e spacciatori a vario livello di una organizzazione dedita al traffico e spaccio di droga, incastrati dalle intercettazioni, i pedinamenti e le video riprese. Per gli inquirenti, come scrive il giudice che firma il provvedimento cautelare, si tratta di un gruppo che ha “tratti di inquietante sistematicità e pianificazione”, definendolo di tipo “imprenditoriale”.
Stando a quanto accertato il gruppo criminale si riforniva di cocaina, marijuana e hashish da gruppi di narcos calabresi con base operativa a Reggio Calabria e nelle roccaforti ndranghetiste di San Luca e Melito Porto Salvo. Le indagini sono state avviate da approfondimenti su una delle principali piazze di spaccio del capoluogo peloritano, il quartiere di Giostra, noto per la significativa presenza di esponenti di spicco della locale criminalità organizzata.
La banda, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, utilizzava anche sistemi di comunicazione criptati. Basti pensare, come in piena pandemia, viste le stringenti restrizioni sulla circolazione di mezzi e persone, i fornitori, per eludere i controlli e poter beneficiare, nel contempo, di un canale di passaggio facilitato sullo Stretto, provvedessero alla consegna dello stupefacente a Messina utilizzando delle autoambulanze.
Per quanto concerne l'aspetto economico, l'indagine della Guardia di finanza avrebbe documentato la disponibilità di beni mobili ed immobili in misura sproporzionata al reddito lecitamente dichiarato ed al tenore di vita sostenuto. Con gli arresti sono scattati dunque anche i sequestri di unità immobiliari, autoveicoli e motoveicoli, per un valore complessivo stimato di circa mezzo milione di euro. È emerso anche come 17 persone usufruissero del reddito di cittadinanza.