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La Divina Commedia è razzista e antisemita, va eliminata dai programmi scolastici

La proposta è stata lanciata da Gherush92: secondo l’organizzazione di ricercatori e professionisti consulente speciale con il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, il famoso testo di Dante sarebbe caratterizzato da contenuti razzisti, islamofobici e antisemiti.
A cura di Daniela Caruso
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Dante

Il testo de La Divina Commedia di Dante Alighieri veicolerebbe contenuti razzisti, islamofobici e antisemiti. A pensarlo i ricercatori e i professionisti della Gherush92, organizzazione consulente speciale con il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite. Secondo gli esperti, dunque, i ragazzi sarebbero costretti a entrate in contatto con un'opera che "calunnia il popolo ebraico" e che, pertanto, non andrebbe apprezzata e soprattutto inserita nei programmi di studio scolastici. Il testo, per questi ricercatori, sarebbe intriso di contenuti che fanno leva su luoghi comuni, frasi offensive, che non sarebbero visibili a una prima lettura e sulle quali difficilmente gli insegnanti si soffermano per spiegarne il reale significato ai propri studenti.

L'organizzazione ha individuato alcune terzine nelle quali antisemitismo e anti-islamismo si concentrerebbe maggiormente: il gruppo svolge progetti di educazione allo sviluppo, occupandosi anche delle problematiche legate al razzismo, all'islamofobia e all'antisemitismo, ponendo accento particolare sulla delicata quanto spinosa questione dei diritti umani. E, proprio nell'opera tanto apprezzata dello scrittore fiorentino, avrebbe rilevato la violazione dei principi base del vivere civile, nel rispetto delle altre culture e religioni che popolano il mondo. Per questi motivi, La Divina Commedia andrebbe eliminata dai libri di testo e letta con le pinze, qualora lo studente fosse interessato ad approfondirla. Valentina Sereni, presidente di Gherush92, in un'intervista ad Adnkronos, spiega che

La Divina Commedia, pilastro della letteratura italiana e pietra miliare della formazione degli studenti italiani, presenta contenuti offensivi e discriminatori sia nel lessico che nella sostanza e viene proposta senza che via sia alcun filtro o che vengano fornite considerazioni critiche rispetto all'antisemitismo e al razzismo.

Incriminati, in particolare, i canti  XXXIV, XXIII, XXVIII, XIV. Partiamo dal canto 34esimo: secondo l'organizzazione, vengono usate le parole ‘Giuda' e ‘giudeo', termini appartenenti alla cultura cristiana: come saprete, secondo le sacre scritture, Giuda tradì Gesù, pertanto rappresenta la falsità e il tradimento. Di conseguenza, l'aggettivo qualificativo ‘giudeo' è utilizzato come dispregiativo secondo un pregiudizio antisemita che indica una persona tirchia, un usuraio e un traditore. Il significato negativo del termine, dunque, sarebbe esteso a tutto il popolo ebraico. Il Giuda dantesco, quindi, sarebbe fonte di antisemitismo.

Studiando la Commedia di Dante, dunque, i ragazzi sarebbero costretti, secondo Gherush92, "ad apprezzare un'opera che calunnia il popolo ebraico, imparano a convalidarne il messaggio di condanna antisemita, reiterato ancora oggi nelle messe, nelle omelie, nei sermoni e nelle prediche e costato al popolo ebraico dolori e lutti". Nel canto ventitreesimo, continua l'organizzazione, "Dante punisce il Sinedrio che, secondo i cristiani, complotto' contro Gesu'; i cospiratori, Caifas sommo sacerdote, Anna e i Farisei, subiscono tutti la stessa pena, diversa pero' da quella del resto degli ipocriti: per contrappasso Caifas e' nudo e crocefisso a terra, in modo che ogni altro dannato fra gli ipocriti lo calpesti".

La Sereni continua la sua argomentazione parlando del canto ventottesimo dell'Inferno, nel quale "Dante descrive le orrende pene che soffrono i seminatori di discordie, cioe' coloro che in vita hanno operato lacerazioni politiche, religiose e familiari. Maometto e' rappresentato come uno scismatico e l'Islam come una eresia – aggiungendo che – Al Profeta e' riservata una pena atroce: il suo corpo e' spaccato dal mento al deretano in modo che le budella gli pendono dalle gambe, immagine che insulta la cultura islamica. Ali', successore di Maometto, invece, ha la testa spaccata dal mento ai capelli". L'insulto maggiore a Maometto risiederebbe nel paragone fatto tra il corpo del profeta a una botte, "oggetto che contiene il vino, interdetto dalla tradizione islamica. Nella descrizione di Maometto vengono impiegati termini volgari e immagini raccapriccianti tanto che nella traduzione in arabo della Commedia del filologo Hassan Osman sono stati omessi i versi considerati un'offesa".

Nell'Inferno, sono puniti anche i sodomiti che si sono ‘macchiati' di reati che vanno contro le logiche naturali e che, pertanto, riappaiono nel canto venticinquesimo insieme ai lussuriosi eterosessuali. Come ha precisato "non invochiamo nè censure nè roghi – ma che il testo dantesco è formato da un contenuto denigratorio che diffonderebbe – "false accuse costate nei secoli milioni e milioni di morti". Secondo Giulio Ferroni, storico della letteratura, critico letterario e scrittore, professore ordinario di letteratura italiana alla Sapienza di Roma, ha dichiarato che "La Divina Commedia va letta nel suo contesto storico" e che, pertanto, sarebbe una "follia" eliminarlo dai piani di studio scolastici e universitari.

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