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Guerra in Ucraina

La deposizione di Zelensky e il governo fantoccio di Putin: ecco cosa accadrà in Ucraina

Aldo Giannuli a Fanpage.it: “I russi deporranno Zelensky e i suoi ministri, insedieranno un governo fantoccio filorusso e si ritireranno. Tutto accadrà nel giro di pochi giorni”.
A cura di Davide Falcioni
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Sono state necessarie meno di 24 ore all’esercito russo per arrivare alle porte di Kiev: l’offensiva lanciata nella notte tra mercoledì e giovedì dal Cremlino è proseguita nelle scorse ore, con le truppe russe penetrate in Ucraina da nord, est e sud che hanno ingaggiato combattimenti a terra ma anche bombardato edifici, infrastrutture strategiche e strutture civili. Secondo Zelensky, si contano almeno 137 morti nell’esercito ucraino e centinaia anche in quello russo, ma si tratta di stime per ora molto provvisorie e difficili da verificare. Di certo, al momento la disparità delle forze in campo è palese: Mosca sta schiacciando Kiev, la NATO per ora sta a guardare, i governi occidentali minacciano sanzioni che alcuni leader definiscono già troppo tiepide. Che succede, dunque, ora? Sarà una guerra lampo? Il governo ucraino verrà deposto? Fanpage.it ne ha parlato con Aldo Giannuli, politologo, storico, direttore del centro studi Osservatorio Globalizzazione e autore con Andrea Muratore di "La grande tempesta in arrivo. La nuova geopolitica tra vaccini, cambiamenti climatici e crisi finanziarie".

Aldo Giannuli
Aldo Giannuli

Professore, l’invasione russa dell'Ucraina alla fine c’è stata davvero. Cosa succede adesso?
Succede questo: i russi cercheranno di occupare Kiev e se le cose andranno come sembra ci riusciranno presto. Poi deporranno Zelensky e i suoi ministri, insedieranno un governo fantoccio filorusso e si ritireranno. Tutto accadrà nel giro di pochi giorni. Dopo di che l'Occidente illustrerà le sanzioni più feroci a Mosca, che però avranno un piccolo inconveniente: prima di produrre degli effetti passeranno anni. Nel frattempo Putin normalizzerà la situazione e noi avremo fatto passare un pessimo precedente. Temo che andrà così.

Le truppe russe sono arrivate alle porte di Kiev nel giro di poche ore. Perché, dopo aver manifestato solidarietà all'Ucraina in lungo e in largo, la NATO è stata a guardare?
La NATO e gli Stati Uniti non hanno niente in testa. Per un mese e mezzo hanno giocato ad "a lupo a lupo", senza prendere nessuna misura militare concreta: ad esempio, avrebbero potuto schierarsi seriamente in Polonia, nei paesi baltici e in Romania e non per fare la guerra ma come semplice deterrente. Da quella posizione di forza, la NATO avrebbe potuto aprire una trattativa con Mosca e disinnescare la crisi. Invece nessuno ha mosso un dito e Putin ha avuto campo libero per intervenire. Adesso c'è poco da fare. Un intervento militare non è possibile: la NATO non ha uomini sul campo e servirebbero settimane per preparare una forza consistente. Non esiste neppure un piano strategico d'intervento, ci si rifugia nelle sanzioni ma – come abbiamo visto – non funzioneranno. Neanche su Swift, che avrebbe potuto avere conseguenze immediate, si è trovato un accordo…

Putin ha giustificato l'intervento spiegando che l'ingresso dell'Ucraina nella NATO avrebbe rappresentato una minaccia inaccettabile per la Russia. Su questo, secondo molti, non aveva tutti i torti…
Mosca aveva delle ragioni: si poteva porre la questione dell'Ucraina permettendole di aderire al Patto Atlantico, ma non alla NATO, visto che le due cose non sono perfettamente coincidenti. Putin ha sempre detto di non volere la NATO ai suoi confini, ma non si riferiva al Patto Atlantico. Si poteva trovare una mediazione, quindi: garantire l'Ucraina senza minacciare la Russia installando basi militari e missilistiche vicino alla frontiera.

Perché, quindi, non è stato trovato un punto di mediazione favorevole?
La responsabilità è della NATO. Poteva aprire una trattativa, ma non ci ha nemmeno provato. L'altro grande errore di comunicazione è stato commesso da Biden, dicendo che non avrebbero combattuto coi russi; Putin ha interpretato quella frase come un'autorizzazione a intervenire. Insomma, sono state commesse una serie di bestialità politiche e a questo punto c’è poco da fare, ma sta passando pericoloso precedente che pagheremo a caro prezzo. Nell’immediato, ad esempio, ci troveremo con un grosso problema: riconosceremo la "nuova Ucraina" o bloccheremo le relazioni diplomatiche? Ci saranno poi altre implicazioni poco gradevoli.

Ad esempio?
Ad esempio potrebbero esserci nuove rivendicazioni russe nei dintorni. L'appetito vien mangiando: Putin non aveva in testa da subito di invadere l'Ucraina, ma quando ha percepito debolezza della reazione occidentale ha detto "adesso, o mai più", ed ha lanciato l'attacco. La mia sensazione è che quello che non vogliamo fare oggi ci troveremo a doverlo fare, in condizioni peggiori, dopo. Dopo aver "ripreso" l'Ucraina Putin lascerà passare un po' di tempo, farà normalizzare la situazione, attenderà che parte delle sanzioni rientrino poi presenterà di nuovo il conto. La sua intenzione è quella di riproporre la Russia come potenza mondiale, dopo aver subito lo schiaffo di Obama che la definì una "potenza regionale".

In questo quadro quale sarà il ruolo della Cina?
Se ci fosse un po' di saggezza si cercherebbe una mediazione coi cinesi, che sono gli unici a poter intervenire sui russi, non foss'altro per una ragione: Mosca medita di affrontare le sanzioni occidentali grazie all'aiuto di Pechino, vendendo loro il gas che non venderanno all'Europa. Per ottenere un intervento cinese però va loro offerto qualcosa. Non pensa a Taiwan, sia chiaro. Però l'assedio navale all'indopacifico che gli USA stanno facendo per chiudere la Cina nei suoi mari interni forse si potrebbe allentare.

E l’Italia?
Cosa vuoi che faccia l'Italia? Già contavamo poco prima, ora contiamo anche meno.

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