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La Curia di Bologna eredita una multinazionale di 1,7 miliardi di euro

Dopo più di due anni dalla morte di Michelangelo Manini, patron della Faac, un accordo mette fine alle contese legali: l’eredità sarà della Curia, che si impegna a donare 60 milioni di euro ai familiari del defunto.
A cura di Redazione
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Bologna, Basilica di S. Petronio (Foto da Wikipedia).
Bologna, Basilica di S. Petronio (Foto da Wikipedia).

Da una parte la Curia e dall'altra sette familiari del defunto. Una battaglia legale durata due anni con al centro una ricchezza valutata 1,7 miliardi. Quando il 17 marzo 2012 morì Michelangelo Manini si sapeva che l'eredità dell'imprenditore era pesante ed appetibile. L'uomo infatti era il principale proprietario della Faac, la società di cancelli automatizzati con sede a Zola Predosa, in provincia di Bologna. Poi si seppe di un testamento in cui il patron bolognese dichiarava di voler lasciare tutto alla Curia di Bologna. Da allora la battaglia legale si era acuita e arricchita di ulteriori rivendicazioni come quelle della cugina che dichiarava di essere sorella del defunto (chiedendo il riconoscimento postumo di paternità). Dopo più di due anni la guerra sembra essere giunta a termine, con la Curia bolognese che la spunta su tutti e che, con un accordo con le parti in causa, si impegna a donare 60 milioni di euro ai contendenti in cambio della cessazione delle rivendicazioni. La Faac tornerà dunque nella disponibilità della Curia dopo il sequestro disposto dal giudice civile e il successivo affidamento ad un custode in attesa della risoluzione delle controversie legali.

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