La cugina di 103 anni muore, 88enne accusato di averle sottratto un milione di euro dall’eredità a Faenza
Deceduta nel 2019 all'età di 103 anni, una donna di Faenza ha lasciato un'eredità di soli 4mila euro, nonostante possedesse un patrimonio di 1,1 milioni. La giustizia sta focalizzando la propria attenzione sul cugino 88enne, residente a Cattolica, che dal 2009 ricopriva il ruolo di amministratore di sostegno e ora è accusato di peculato.
Il processo è iniziato ieri a Ravenna, dopo la denuncia di un amico di famiglia e consulente finanziario della donna, che si è costituito parte civile. Il 58enne di Forlì aveva seguito la signora fino all'istituzione dell'amministrazione di sostegno e, dopo la sua morte, aveva scoperto di essere stato nominato erede, ma con grande sorpresa aveva trovato sul suo conto poco più di 4.000 euro.
L'uomo già a suo tempo era stato denunciato dall’88enne per sottrazione indebita del patrimonio, incassando in appello l’assoluzione "perché il fatto non sussiste"; in aula ha affermato che la defunta ultracentenaria, sotto la gestione del parente, sarebbe stata progressivamente isolata e privata del telefono. Al momento della morte, il suo patrimonio era praticamente esaurito, nonostante le iniziali disponibilità economiche.
Le indagini hanno evidenziato spese tanto considerevoli quanto dubbie, tra cui cene lussuose, un computer del valore di 3.000 euro, acquisti di una poltrona ergonomica, viaggi e rimborsi per i chilometri percorsi. Molte di queste spese, classificate come “coperte dalla privacy”, sono risultate difficilmente verificabili.
Accanto alle spese personali, l'88enne avrebbe ricevuto un compenso mensile di 5.000 euro per la gestione del patrimonio della cugina, una somma che gli inquirenti ritengono eccessiva. Il cugino dovrà ora dimostrare che le spese sostenute erano necessarie o approvate dalla stessa beneficiaria.