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La crociera-odissea di Mercedes Bresso con il marito: “Quattro mesi a vagare per gli oceani”

Sono partiti il 5 gennaio da Venezia per una Crociera intorno al mondo, Mercedes Bresso e Claude Raffestin, marito e moglie in giro per il mondo, ma esplode la Pandemia e vengono inseguiti dal Coronavirus che è più veloce di loro. Si ritrovano bloccati in ogni porto, senza poter scendere e respinti anche dai porti europei. Per oltre 4 mesi insieme ad altri 2000 passeggeri (di cui oltre 500 italiani) viaggiano su una crociera fantasma.
A cura di Gianluca Orrù
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Doveva essere un grande viaggio quello di Mercedes Bresso e Claude Raffestin, marito e moglie in giro per il mondo. Lei ex parlamentare europeo ed ex governatore della Regione Piemonte, lui geografo. Visitare l'Oriente, questo il desiderio della coppia frustrato però dall'esplosione della pandemia del Coronavirus. E' a fine gennaio che arrivano le prime notizie da Wuhan, quando stanno finendo la traversata dell'Oceano Atlantico sulla nave Costa Crociere. Il comando annulla le tappe in Asia intorno a metà febbraio, facendo rotta verso il Pacifico del Sud e la Polinesia, nel tentativo di allontanarsi il più possibile dal Virus e per evitare il disastro della Diamond Princess, la nave che in quei giorni è bloccata a Yokohama e che fa parte dello stesso gruppo, il gruppo Carnival, di cui Costa è uno dei tanti brand. D'altronde chi vorrebbe fare quella fine lì? Così l'Asia viene sostituita dall'Oceano Indiano, dalle Mauritius e dalle altre meraviglie di quella parte del mondo. Il Coronavirus però viaggia più veloce di una qualsiasi nave da crociera. Siamo alla metà di febbraio ed è i passeggeri si accorgono che i planisferi di tutti i giornali cominciano a ricoprirsi di "puntini rossi" che indicano la presenza del virus, sia nei luoghi in cui la nave è già stata che nei luoghi in cui deve ancora arrivare, ed è anche in quei giorni che scoppia l'epidemia prima in Italia e in tutta Europa.

I porti chiusi

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L'Australia decide di chiudere i porti, così come tutte le altre nazioni del mondo. L'ultima città che visitano è Perth. "Ci siamo resi conto – racconta Mercedes Bresso, ex governatore della Regione Piemonte e fino al 2019 parlamentare europeo – che avremmo avuto difficoltà a rientrare anche in Europa, che era diventata nel frattempo il centro della pandemia mondiale". I porti chiusi sono il segnale che il Virus aveva raggiunto anche la nave da crociera. "Non poteva più scendere nessuno – racconta Mercedes Bresso – ed eravamo anche privi di un contatto con il mondo. Internet funzionava male ed era molto costosa, così raccoglievamo le notizie da chi aveva l'abbonamento ai quotidiani online e riusciva a scaricarli". Ma non è  soltanto una questione di informazioni. Il problema sono anche gli approvvigionamenti. "In ogni porto – continua il racconto Bresso – c'era una grande negoziazione tra l'equipaggio e le autorità portuali non tanto per fare scendere i passeggeri, cosa esclusa, ma anche solo per fare rifornimento di carburante, acqua e cibo".

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La Crociera Fantasma

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Dall'Australia non resta altro che dirigersi verso l'Europa. "Ci siamo sentiti come su una crociera fantasma – prosegue Mercedes Bresso – sempre in ansia per le notizie gravi che arrivavano dall'Italia e dal resto del mondo". Il problema infatti comincia ad essere chiaro quando a La Reunion, isola nell'Oceano Pacifico che fa parte del territorio francese, 3 cittadini lì residenti fanno grandissima difficoltà a scendere dalla nave, nonostante vivano proprio lì. Cosa sarebbe successo agli altri 2000 passeggeri una volta rientrati nel Mediterraneo?

La fine del viaggio

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Dopo oltre 4 mesi in mare, di cui 2 senza poter scendere dalla nave, tutti i passeggeri sono comprensibilmente esausti e nervosi. Il comportamento delle nazioni europee coinvolte di certo non aiuta il morale. La Spagna fa difficoltà a far scendere i propri cittadini a Barcellona. Sono circa 160, vogliono solo rientrare a casa. La Francia fa ancora peggio. Prima concede il permesso ai suoi cittadini, poi nega loro il porto di Marsiglia, costringendoli a scendere in Spagna e trasportandoli in Francia via pullman. E l'Italia? "Ci hanno impiegato oltre un mese – spiega Mercedes Bresso – a informarci sul dove saremmo scesi e come saremmo stati riportati a casa". Oltre 500 italiani e comunitari, compreso qualche cittadino svizzero. Alla fine Costa riceve l'indicazione e fa rotta verso il porto di Genova. "Da lì ci hanno riportato a casa con un pullman – conclude il racconto l'ex Governatore della Regione Piemonte – e siamo rientrati a Torino in un'atmosfera lunare. Eravamo fuori da molto tempo e siamo rimasti colpiti dalla poca gente in giro, dalle poche macchine, ci sembrava di essere rientrati in un luogo deserto".

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