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La carica delle 501: tutte le poltrone che si assegnano nel 2014

Tra società partecipate dal Tesoro e non, ci sono da riempire 501 poltrone da distribuire tra amministratori (222) e sindaci (279): moltissimi sono i cda e i collegi sindacali da rinnovare con ben pochi limiti.
A cura di B. C.
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Il caso  Mastrapasqua, il dimissionario presidente dell’Inps dalle 25 poltrone e indagato per alcuni rimborsi gonfiati, non sembra un fenomeno isolato. Il Corriere della Sera evidenzia come quella di distribuire incarichi a destra e a manca tra amministratori e dirigenti sia una mania tutta italiana. Si tratta di quelle società (76 per la precisione) che beneficiano della partecipazione del Ministero dell’Economia. Il 2014 è destinato ad essere un anno pieno di nomine pubbliche, 501 per la precisione. Ieri mattina il Tesoro ha pubblicato, entro i termini di legge, la lista delle società coinvolte, a partire dalle 14 direttamente partecipate dal Tesoro di cui verrà rinnovato il consiglio di amministrazione: Arcus, Consap, Enav, Enel, Eni, Finmeccanica, Istituto Luce, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Italia Lavoro, Poste, Rete Autostrade Mediterranee, StMicroelectronics  e la società di consulenza Studiare Sviluppo. In tutto 59 consiglieri.

Sono dieci invece i collegi sindacali in scadenza per 49 poltrone. Non mancano, poi, i rinnovi dei collegi sindacali, con l’Eni, il Gse (Gestore Servizi Energetici), Sogin (bonifica siti nucleari) e Sose (Soluzioni per il Sistema Economico) a farla da padrona. E la lista non si chiude qui. In effetti, bisogna considerare anche quelle società che sono partecipate in maniera indiretta dal Tesoro, in primis Invitalia, Anas, Trenitalia, Postevita, cinque società del gruppo Rai e Terna, per un totale di quasi quattrocento poltrone in ballo. I rinnovi sono gestiti da un Comitato per le nomine pubbliche, incaricato di valutare competenza, professionalità e onorabilità. Non c’è alcun limite di mandato agli amministratori e nemmeno per quel che riguarda l’età: inoltre, non è fatto divieto ai politici non più in carica di essere nominati.

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