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La campagna anti S. Valentino di NonUnaDiMeno: “La retorica sull’amore avvelena anche te”

“Grideremo, inquinando l’hashtag istituzionale che verrà lanciato, inquineremo le vostre teorie e sfrutteremo la vostra visibilità”, aveva scritto il movimento nella “chiamata alle armi” per questa azione social, che rilancia la giornata di sciopero dell’8 marzo.
A cura di Claudia Torrisi
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La marea di #NonUnaDiMeno che lo scorso 26 novembre ha inondato le strade di Roma marciando contro la violenza sulle donne si scaglia contro la retorica di San Valentino per rilanciare lo sciopero dell'8 marzo. Alle 16 sul profilo del movimento è iniziato un tweet storm che ha sfruttato l'hashtag istituzionale della "festa degli innamorati" (#SanValentino2017) "inquinandolo" per parlare della violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia.

"Grideremo, inquinando l'hashtag istituzionale che verrà lanciato, inquineremo le vostre teorie e sfrutteremo la vostra visibilità", aveva scritto NonUnaDiMeno nella "chiamata alle armi" per questa azione social, e in effetti così è stato: in poco tempo l'hashtag #LottoMarzo è entrato nelle tendenze, poco sotto quello su San Valentino.

"In una società dove l'amore romantico viene esaltato a modello, dove l'eteronormatività ci viene imposta in modo implicito ed esplicito, in questa società patriarcale e capitalista festeggiare san Valentino è un modo per rientrare in quelle pratiche e in quei discorsi che vedono l'uomo bianco eterosessuale il genere dominante e la donna (indifesa e da amare) rilegato nei soliti ruoli", scrive il movimento. Così, l'hashtag istituzionale di San Valentino, portatore di questa retorica, viene "inquinato" per "diffondere la nostra idea di amore, quando l'amore stesso viene usato come scusante per violenze, femminicidi, possesso e gelosia, quando l'amore non è solo binario ed eterosessuale, ma femminista, per gridare come sui nostri corpi siamo noi a decidere, come i ruoli di genere, la nostra performatività è una scelta libera e autodeterminata".

L'azione sui social in occasione di San Valentino è un modo per rilanciare quella che ci sarà nelle piazze, l'8 marzo, data in cui è programmato uno sciopero generale delle donne. Si incrociano le braccia per protestare contro la violenza di genere e le politiche poco efficaci per combatterla, le discriminazioni, un welfare sempre più povero che pesa sulle donne, la rappresentazione distorta dei media, la continua pressione sui corpi, la demonizzazione dell'educazione alle differenze, la mancata applicazione della legge 194, la precarietà, i diritti negati delle donne migranti. Il tutto è stato condensato negli 8 punti venuti fuori dalla due giorni di assemblea di Bologna del 4 e 5 febbraio.

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