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La bimba malata di cancro che chiede solo una cosa: abbracciare papà un’ultima volta

La storia di una bimba calabrese molto malata che non può rivedere il padre, detenuto, in un carcere della Sardegna. La giustizia può essere umana?
A cura di Giulio Cavalli
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La notizia l'ha diffusa Franco Corbelli, l'attivista per i diritti civili che da anni si occupa del difficile filo tra carcere e bambini: racconta di una madre calabrese che ha scritto un appello accorato alle istituzioni per riuscire a esaudire il desiderio della figlia malata terminale di cancro che vorrebbe riabbracciare per l'ultima volta il padre detenuto in un carcere sardo.

«La lettera che mi è arrivata, con l'accorata e dignitosa richiesta di aiuto, racconta una storia triste e drammatica, che colpisce – racconta Corbelli in una nota  all'Agi – profondamente, perché vede vittima innocente una bambina, malata di tumore, che non può avere accanto il suo papà in un momento per lei assai difficile e particolarmente doloroso. La mamma della piccola, che mi ha, per e-mail, recapitato la missiva, è angosciata e disperata. Non sa più cosa fare».

La bambina ha tre fratellini e vive in una famiglia fortemente disagiata: «La piccola – dice Corbelli -, malata grave, in cura in ospedale, vorrebbe accanto il suo papà. Per questo la mamma ha scritto a Diritti Civili auspicando per suo marito se non gli arresti domiciliari – riporta ancora – almeno il trasferimento in un carcere calabrese vicino casa, in modo che possa stare accanto alla sua figlioletta in questi momenti così difficili e sofferti, soprattutto adesso per poterla aiutare e assistere in ospedale».

E così ancora una volta, in questo caso basta una bambina, si inceppa la giustizia che non sempre riesce a garantire di essere se non giusta almeno umana. Ancora una volta ci si ritrova di fronte alle regole e contemporaneamente agli spigoli e alle strane forme che prende la vita quando viene attraversata da un dramma. Così ci si ritrova di fronte alle due giustizie possibili: quella immaginata da Calamandrei quando scriveva che "il segreto della giustizia sta in una sempre maggior umanità e in una sempre maggiore vicinanza umana tra avvocati e giudici nella lotta contro il dolore" dall'altra parte la giustizia manzoniana della giustizia che "non sarebbe giustizia se volesse condonar le pene dei colpevoli al dolore degli innocenti."

In mezzo, come spesso succede, una bambina.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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