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La Befana: la storia della “vecchia signora” della tradizione popolare

La notte della Befana: genesi storica e trasformazione storica di un mito che ancora regala gioia ai bambini…e non solo.
A cura di Cristian Basile
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Befana

La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, s'è scucita la sottana: viva viva la Befana! Dice così una delle tante filastrocche sulla Befana, una di quelle recitate ai pargoletti dai nonni o dai genitori.  Tutti sappiamo che è una simpatica vecchietta, anche se brutta con il mento aguzzo ed il naso curvo, che volando sui tetti con una scopa, il 6 gennaio, giorno dell'Epifanìa, porta ai bimbi buoni dolci, giochi e caramelle mentre il carbone a quelli cattivi.

In pochi, però, ne conoscono la storia che ha radici ben più antiche di quanto si possa credere e che vannno ricercate molto prima dell’"Epifanìa" dalla quale ha preso il nome. La sua origine si perde nella notte dei tempi discendendo, infatti, da tradizioni pagane precristiane, per poi fondersi con elementi folcloristici e cristiani.

La figura della Befana, infatti, secondo molti risalerebbe addirittura ad una tradizione dei popoli celtici, insediati in tutta la pianura padana e su parte delle Alpi. Altri credono che risalirebbe all'epoca romana; sappiamo infatti che i romani celebravano l’inizio dell’anno con le cosiddette “Sigillarie”, feste in cui ci si scambiavano doni in forma di statuette chiamate appunto Sigilla, statuette ambite soprattutto dai bambini in quanto erano fatte in forma di bamboline e animaletti in pasta dolce.

Altre fonti ancora avvicinano la figura della Befana ad un rituale della cultura rurale e pagana dell'Italia precristiana che proseguì però fino al medioevo: la dodicesima notte dopo il Natale, ovvero dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. La notte del 6 gennaio, Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l'anno, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Prima di morire però e di rinascere, la vecchina distribuiva doni e dolci a tutti in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l'anno successivo.

la befana che non volle seguire i re magi

Una leggenda popolare narra invece la storia di una vecchietta che non volle seguire i Re Magi per andare a Betlemme a rendere omaggio al Bambino Gesù. Di questa decisione si pentì, ma ormai i Re Magi erano già molto lontani, così che la vecchina si mise in cammino per Betlemme donando regali ad ogni bambino che incontrava con la speranza che quello fosse Gesù Bambino.

Solo però durante il Fascismo la figura della Befana assunse un carattere univoco e nazionale, allorchè Mussolini vide in essa un supporto alla "romanizzazione". In quel periodo le istituzioni o i datori di lavoro donavano pacchi contenenti generi di prima necessità e giocattoli vista la grande povertà delle masse. Oggi si è persa quest'abitudine e la Befana è diventata una figura di secondo piano, rilegata in un angolo da un personaggio molto più alla moda, più "consumista", globalizzato ed occidentale come Babbo Natale.

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