La bambina Kristina Pimenova è di Mosca, e come la definisce il tabloid britannico Mirror è “la bambina più bella del mondo”. Oggi ha 9 anni, è una modella minorenne tra le più pagate ed è anche una ginnasta. Figlia di un calciatore e di una modella ha iniziato la carriera a 3 anni, proprio in Italia, con i marchi Prada, Burberry e Silvian Heach. Ha una pagina ufficiale Facebook con oltre due milioni di like. Un numero imprecisato di fake, twitter compreso, video su youtube, e centinaia di migliaia di followers su instagram. Qui sua madre Glikeriya Pimenova avverte di essere lei stessa a gestire l'account (e quindi a scegliere le foto tutte in posa di sua figlia), che “Kristina non posta niente su internet”. Ma aggiunge: “Ricorda che la bellezza è dentro”. Ecco, questo ci dice a noi lettori che capitiamo lì. Non dobbiamo proprio credere a quello che vediamo: cioè una mamma che guadagna con le immagini – da adulta – della figlia di nove anni.
Che foto sono? Sono scatti di fotografi professionisti per case di moda molto importanti e note. Gli abiti che indossa la bambina sono mini abiti da donna: completini animalier, camicie maliziose, culottine con merletti, abitini neri seducenti, occhiali da sole, acconciature da gran galà, e colli di pelliccia di volpe. Kristina sorride poco, e ci guarda con uno sguardo intenso e maturo: occhi e bocca (spesso leggermente aperta e sensuale) sapientemente truccati, una cascata di boccoli biondi lunghissimi. Le pose sono le stesse delle colleghe di vent'anni: gambe divaricate, o accavallate, sdraiata su un letto, con lo sguardo perso all'orizzonte, oppure la vediamo allontanarsi di spalle dando la mano un signore adulto. Forse è il padre? Ma come facciamo a saperlo più in quel contesto in cui ci viene raccontata tutta un'altra storia? Kristina è una bambina la cui immagine è in vendita e per continuare a valere deve continuare a riprodursi e intensificare l'effetto di seduzione.
A chi parlano quelle foto? A degli adulti e ai loro istinti, i più primitivi. Certo non ad altri bambini, meno che mai ai suoi coetanei perché non avrebbero mai accesso a quelle foto se non per caso: quelle fotografie e quelle pose servono a veicolare un prodotto di moda molto costoso, quindi finiscono in magazine, su quotidiani, oppure on line. La bambina è un vettore d'acquisto e vendita, è un mezzo per parlare ad altri genitori affinché comprino ai loro bambini abiti come quelli, da mini adulti, per renderli il più possibile simili a se stessi. Quelle foto con i fake si centuplicano. Ogni tanto la madre deve aver protestato contro i furti arbitrari di immagine e allora si legge “ Kristina ha solo sei anni non può avere una pagina facebook”. Quindi ha avuto anche sei anni Kristina e in quel “ solo” ci sarebbe perfino un desiderio di protezione. La bambina conciata come una adulta in un mondo di adulti è un pasto per qualsiasi appetito sessuale. Basta intercettarne le foto per trovare commenti di uomini: “mi fai impazzire”, “togli il respiro”, “sei stupenda”, e poi foto tagliate nelle parti "eroticamente” più importanti. Si trovano a volte anche i commenti sdegnati contro i genitori ai quali la mamma di Kristina replica: “se non vi piace qualcosa, ignoratela, grazie”. Perché è ai grandi che deve piacere Kristina.
L'ipocrisia dell'infanzia e la morale dei media: E' incredibile quanto disgusti tutti l'abuso sui minori, quanto vorremmo che le pene ai pedofili siano inasprite quando si riportano casi di cronaca. Ma è anche incredibile con quanta ipocrisia vengano commentate da tutti i quotidiani on line in queste ore le gallery delle pose e delle mossette di Kristina con due ordini di considerazioni che la dicono lunga sull'assenza di percezione del fenomeno. Un noto quotidiano on line si chiede : “ma cosa penserebbero le nostre figlie nel vederla?” come se una ragazzina di 9 anni leggesse un qualsiasi magazine per persone adulte o delle news di politica e cronaca in mezzo alle quali si trovano le foto della bambina. Un altro ancora riporta le polemiche che ci sono state, ma poi osserva che “tanto Kristina non le leggerà mai”. Non è quello il problema. Sono nell'ordine
- le case di moda che pretendono quel tipo di foto e di abiti da piccoli adulti per convincere altri adulti a comprare e vestire bambini come scimmiette;
- i media che diffondono le foto della piccola Kristina in pose da adulta limitandosi a riportare le polemiche, come se fosse una roba che riguarda solo i genitori della bambina e le loro scelte e non riguarda invece l'effetto che fa su tutti i lettori raggiunti dall'immagine di una minorenne in pose languide;
- i genitori sconsiderati della piccola che stanno guadagnando milioni vendendo la sua immagine e dandola in pasto a chiunque e, colmo dei colmi, ci tengono a far sapere che la loro figlia comunque sogna di fare la ginnasta (di scuola non se ne parla da nessuna parte) e che comunque “si diverte”.
Le foto di Kristina sono solo un esempio fra moltissimi di un' “induzione alla pedofilia” che ha tanti responsabili e sembra trovare la collocazione migliore, come sempre avviene per i peggiori crimini, proprio sotto al nostro naso.