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La 35enne Sara Tommasini ritrovata alla stazione di Rimini: era fuggita dall’ospedale di Muraglia

Sara Tommasini ritrovata alla stazione di Rimini dopo la denuncia del padre che ne aveva denunciato la fuga dal reparto psichiatria dell’ospedale di Muraglia.
A cura di Gabriella Mazzeo
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È stata ritrovata in stazione Sara Tommasini, la 35enne scomparsa nella mattinata del 17 novembre dal reparto di psichiatria di Muraglia. Secondo l'appello diffuso dal padre, la ragazza era fuggita dal reparto con indosso una felpa blu con cappuccio e un pantalone della tuta grigio senza portare con sé cellulare e denaro.

La donna è stata ritrovata dai militari dell'Esercito schierati per l'operazione "Strade Sicure" a Rimini e affidata alle cure mediche dopo l'intervento delle forze dell'ordine. La donna, trovata in buono stato di salute, era fuggita dal reparto ospedaliero per motivi che non sono stati ancora chiariti.

Dopo essere stata individuata, fermata e affidata alle cure mediche, la donna ha potuto riabbracciare il padre e tornare a casa. Per le ricerche della 35enne, le forze dell'ordine erano state allertate su tutto il territorio nazionale. Secondo il genitore che ne aveva denunciato la scomparsa, sarebbe stato inutile provare a fermarla e convincerla a tornare in ospedale. "È importante – aveva detto – allertare forze dell'ordine e 118 senza perderla di vista".

Dopo ore di apprensione la svolta per le ricerche: Sara Tommasini era stata avvistata il pomeriggio dopo la diffusione dell'annuncio per la sua scomparsa al Parco Miralfiore e alle 23.30 presso la stazione di Rimini. Le segnalazioni sono state subito inoltrate alle forze dell'ordine che si sono adoperate per raggiungere la 35enne e riportarla a casa.

Nelle ore successive alla segnalazione inviata da alcune residenti, non sono stati forniti riscontri dalle autorità, ma fortunatamente la ricerca si è conclusa nel migliore dei modi. La 35enne, che fortunatamente è stata trovata in buono stato di salute, è stata affidata alla prima assistenza medica e poi ha potuto riabbracciare il padre che per primo aveva lanciato l'allarme.

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