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L’università diventa più cara: negli ultimi 5 anni aumenti del 14,5% per ogni studente

Stando ai dati diffusi dal Miur, nel corso degli ultimi 5 anni le tasse universitarie sono cresciute del 14,5% per studente e si prevedono nuovi rincari per il prossimo anno accademico.
A cura di Charlotte Matteini
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Iscriversi all'università, in Italia, costerà di più rispetto al passato. Per l'anno 2017-2018, infatti, sono previsti rincari per chi ha redditi Isee superiori ai 13.000 euro annui. La legge di stabilità varata a fine 2016 dal governo Renzi ha istituito importanti sgravi per i nuclei famigliari che dimostrino di avere redditi bassi, azzerando le tasse universitarie per gli iscritti al primo anno. Dall'altro lato, però, sono appunto previsti dei rincari per l'iscrizione agli atenei statali. Inoltre, nel corso degli ultimi 5 anni, stando ai dati diffusi dal ministero della Pubblica Istruzione, le tasse universitarie sono cresciute in media del 14,5% per ogni studente. I contributi versati nel 2016 dagli studenti universitari, dunque, rappresentano oltre un quarto della somma complessiva versato dallo Stato, sotto forma di Fondo di finanziamento ordinario, agli atenei italiani.

Per i soli corsi che si concludono col titolo di laurea, gli studenti hanno versato nel 2016 1,762 miliardi di euro di tasse. Prendendo a paragone l'anno 2011, la cifra, comprensiva di tassa regionale sul Diritto allo studio, ammontava invece a 1,617 miliardi. Nel corso degli ultimi cinque anni, dunque, si è assistito a un incrementi pari a 145 milioni di euro, ovvero del 9%, ma la cifra del 2016 è stata versata da molti meno studenti rispetto a quelli iscritti nell'anno 2011: 1.677.922 contro 1.762.022 di cinque anni prima. Calcoli alla mano, dunque, la contribuzione pro-capite è passata dai 917 euro medi del 2011 ai 1.050 del 2016: +14,5%.

Confrontando i dati internazionali, l'Italia risulta essere il Paese che tassa maggiormente gli studenti universitari. In alcune nazioni come ad esempio la Norvegia, la Danimarca, la Finlandia, la Svezia, la Turchia, la Repubblica Slovacca, la Slovenia, l'Estonia e l'Ungheria le tasse universitarie non esistono. L'Italia, invece, con oltre mille e 600 dollari Usa (nel 2014/2015, dati l'Ocse) di pressione fiscale universitaria, si piazza al terzo posto dopo Olanda e Regno Unito.

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