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L’italiano minacciato di espulsione in Belgio perché troppo povero

Dopo anni di lavoro in Belgio l’uomo, un ex minatore, è stato minacciato di espulsione perché per le autorità non ha un reddito sufficiente.
A cura di S. P.
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“Troppo povero per restare in Belgio”: a causa delle sue difficoltà economiche un italiano è stato minacciato di espulsione dal Paese che lo ospita dal lontano 1967. La storia di Vito Sabia, un ex minatore che oltre 40 anni fa ha lasciato Potenza insieme alla sua famiglia per andare in Belgio, è apparsa sul Fatto Quotidiano. È appunto la storia di un uomo che dopo anni è stato minacciato di espulsione perché ritenuto troppo povero dalle autorità del Paese nel quale ha vissuto e lavorato finora. Sabia ha lavorato fino agli anni ’90 come minatore nella zona del Limburgo, poi dopo il matrimonio con una donna romena nel 2009 si è trasferito in Romania con lei. Dopo quel trasferimento sono iniziati i problemi: “Ad agosto 2014 ricevo un foglio dell’ufficio pensioni belga che mi notifica come mi sarebbe stata tolta la pensione”, ha raccontato affermando che dai suoi 1600 euro netti sarebbero stati tolti gli alimenti che avrebbe dovuto pagare ai cinque figli nati dalla prima moglie. Figli che si sono rivolti al giudice di pace per chiedere aiuto economico al padre.

Così, per tentare di risolvere la questione, l’ex minatore è tornato in Belgio dove gli è arrivata la comunicazione delle autorità che dalla sua pensione sarebbero stati tolti circa 500 euro. Con quello che rimane Vito, ormai troppo povero, sarebbe diventato un peso per il Belgio. La storia dell’italiano è arrivata all'attenzione di quotidiani e televisioni delle Fiandre fino a quando le autorità belghe hanno ammesso di aver commesso un errore. In sostanza hanno considerato Sabia un “nuovo residente” dopo gli anni in Romania, costretto quindi a dover dimostrare le sue fonti di reddito per poter restare nel Paese.

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