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L’Italia tra i 20 paesi più sedentari del mondo: colpa di social network e smartphone

Secondo i medici dello sport in Italia sempre meno persone svolgono regolarmente esercizio fisico, con gravi conseguenze per la salute (fisica e mentale).
A cura di Davide Falcioni
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Italia paese di pigri? Sì, lo stiamo diventando: tra tablet, pc, smartphone e social network trascorriamo sempre più ore a sedere su una sedia e sempre meno ne impieghiamo per il movimento fisico. Il nostro paese infatti rientra nella lista dei 20 più pigri del mondo. Il quadro, non certo gradevole, è stato tracciato dai Medici dello Sport, che da oggi a domenica si incontreranno a Catania per il XXXIV Congresso nazionale della Federazione medico sportiva italiana (Fmsi), dal tema "Sedentarietà: una nuova patologia". La Fmsi lancia dunque un allarme da non sottovalutare al Paese e al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

Per i medici il Ministro "ha dato prova in diverse occasioni di grande lungimiranza, potrà essere la prima al mondo – scrive Fmsi – a introdurre la sedentarietà come vera e propria malattia riconosciuta dal Servizio sanitario nazionale. Al pari dei disturbi cardiovascolari, del diabete, dei tumori". Il nostro Paese rientra nella top 20 delle nazioni più pigre al mondo. Siamo 17esimi, con un indice di inattività del 54,7%. La media si ferma al 31,1%. Nel quadro dell'Unione europea siamo quinti e peggio di noi fanno solo Malta, Cipro, Serbia e Regno Unito. L'Istat censiva, nel 2013, oltre 24 milioni di sedentari, pari a circa il 42% della popolazione.

"Abbiamo quindi deciso di portare al centro del nostro appuntamento, che riunisce oltre 1.500 medici, tra i 5000 iscritti alla Fmsi, il concetto dell'inattività fisica come vera e propria patologia", spiegano i medici dello sport. Numerosi gli ospiti di rilievo, tra i quali spicca Cristina Alberini (New York University) che parlerà di "Esercizio fisico, cervello e mente". Diversi studi hanno ormai dimostrato che la sedentarietà riduce la neuroplasticità e le dimensioni dell'ippocampo, oltre a favorire l'invecchiamento dei telomeri. Lo sport, al contrario, favorisce un effetto neuroprotettivo, con risultati di apprendimento migliorati.

L'inserimento della sedentarietà nella lista delle malattie permetterebbe di intervenire in modo molto più efficace. Per i medici dello sport "l'esercizio deve occupare il giusto spazio a livello preventivo, terapeutico e riabilitativo. Se si riuscissero a comunicare in maniera capillare alcuni dati sul perché fare sport è salutare, allontaneremmo molte persone anche dalla sedentarietà". Un po' a sorpresa sono proprio i ragazzi ad essere molto più pigri degli adulti tra i 30 e i 50 anni. "Gli over 30 iniziano a praticare sport come fattore di aggregazione o per seguire i consigli del medico. Una volta finita la scuola, dove già le strutture sono carenti, gli adolescenti non trovano invece le attrezzature e gli spazi adatti e abbandonano di conseguenza l'attività fisica. Diventa importante quindi sfruttare anche lo spazio che i media offrono per comunicare l'importanza dell'esercizio fisico", dicono dalla Federazione medico sportiva italiana.

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