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L’Istat fotografa la scuola: sempre più stranieri, ragazze più studiose

In una ricerca che abbraccia tutto il percorso formativo dei ragazzi, dall’asilo al liceo, diversi gli elementi presi in considerazione dall’istituto di statistica: dall’abitudine di portare i bambini al nido, alla socializzazione tra stranieri e italiani.
A cura di Susanna Picone
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In una ricerca che abbraccia tutto il percorso formativo dei ragazzi, dall’asilo al liceo, diversi gli elementi presi in considerazione dall’istituto di statistica: dall’abitudine di portare i bambini al nido, alla socializzazione tra stranieri e italiani.

L’Istituto di statistica ha dedicato un’ampia ricerca alla scuola analizzando diversi aspetti del percorso formativo dei ragazzi, dall’asilo alle scuole superiori. Ne “La scuola e le attività educative” – questo è il nome dello studio – emergono diversi aspetti, uno in particolare fa ripensare alle recenti dichiarazioni del ministro Profumo sull’attuale scuola multietnica. Secondo quanto emerge, infatti, oggi uno studente su due ha dei compagni stranieri, che qui da noi sono sempre più bravi a inserirsi anche in contesti extrascolastici. Sono più di tre milioni gli studenti italiani di età compresa tra i 6 e i 17 anni che hanno in classe compagni stranieri: confrontando questi dati con quelli del 2008 emerge che gli italiani con compagni stranieri sono passati dal 54.8% al 59.3% e la socializzazione è passata, aumentando, dal 23% al 28.8%. I ragazzi che incontrano i loro amici stranieri anche fuori dall’orario scolastico si trovano soprattutto al Nord (il 40% di loro, ma al Nord si trova anche il maggior numero di classi con stranieri), contro il 36.3% del Centro, il 15.4% del Sud e il 13.6% delle isole.

Più socializzazione, ancora pochi bambini all'asilo – In totale, secondo i dati del ministero dell’Istruzione, nell’anno scolastico 2010/2011, gli studenti stranieri in Italia erano il 7.9%. Dalla ricerca sono emersi alcuni dati interessanti anche riguardo gli asili, nello specifico l’Istat rivela come le mamme e i papà italiani siano ancora abbastanza diffidenti verso la scolarizzazione dei neonati, infatti solo il 18.7% dei bambini tra gli 0 e i 2 anni frequenta un asilo nido. Quelle che si “fidano” di più a lasciare i propri piccoli sono le mamme laureate (nel 27.4% dei casi) e occupate, soprattutto se con ruoli da imprenditrici o libere professioniste. Percentuali che potrebbero far pensare che solo chi non ha tempo “parcheggia” i bambini in questi istituti ma in realtà, secondo l’Istat, per tanti genitori l’asilo nido è da considerare come un luogo in cui il bambino può apprendere e iniziare il suo percorso di scolarizzazione.

Le femmine più brave dei maschi – Tra quelli che preferiscono tenerli a casa, inoltre, lo fanno per diversi motivi (per esempio perché li considerano troppo piccoli) ma solo in piccola percentuale (il 9%) indicano come motivazione i costi eccessivi del servizio. L’Istat, nella sua ricerca, ha indagato infine anche sulle abitudini preferite dai maschi e dalle femmine soffermandosi anche sui loro voti a scuola: ne viene fuori che le donne sono quelle che si impegnano di più sui libri, che non si accontentano (a differenza dei maschi) del sei in pagella e che allo sport preferiscono la musica, il teatro, la pittura e le lingue straniere. Atteggiamenti e bravura confermati indipendentemente dal tipo di scuola frequentato, mentre l’impegno nei confronti dello studio diminuisce al crescere dell’età e quindi all’ordine della scuola che si frequenta.

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