L’isola vietata allo yacht: la Costa Smeralda fa arrabbiare i vip

Le acque della Sardegna, oltre a essere tra le più belle del nostro paese, sono anche quelle che forse più di tutte riescono ad attirare il mondo dei vip e di quanti possono permettersi di trascorrere le proprie vacanze a bordo di lussuosi yacht o altre imbarcazioni varie. E allora ecco che la polemica è assicurata quando, su quelle coste, iniziano ad affiorare sempre maggiori divieti. Secondo quanto racconta il Corriere.it, infatti, è degli ultimi giorni il blitz della Guardia costiera di Olbia necessario per dire “no” alle imbarcazioni che non possono più avvicinarsi fra le isole Mortorio e Soffi. È arrivato nella zona anche un elicottero, oltre ai vari finanzieri, carabinieri, poliziotti, forestali e ancora altri, tutti necessari per far rispettare questo divieto.
Stufi dei divieti i diportisti lasciano l’isola – Tra le imbarcazioni però c’è anche a chi non va giù di dover lasciare quei paradisi naturali e prova dapprima a ignorare l’intimazione fino a che, per non rischiare una sanzione salata, decide di levare le ancore. Ma non lo fa, appunto, senza polemica: l’allarme è, infatti, unanime: stufi dei divieti se ne vanno tutti dalla Sardegna. C’è chi come l’attore Massimo Boldi, per esempio, afferma proprio questo: non va da qualche anno in Costa Smeralda perché ci sono troppi posti incantevoli proibiti, tornerà dunque solo quando diminuiranno questi divieti. Non solo, c’è anche chi ammette di andarci di nascosto su queste isole, per esempio il pilota di Formula 1 Alessandro Nannini, che spiega come allo scattare del tam tam (e degli eventuali controlli con multa) tutti scappano via per poi minacciare di fare le valigie e trasferirsi in altri incantevoli luoghi lontani dall’Italia.
“A rischio più di mille posti di lavoro” – Molti, soprattutto i proprietari delle imbarcazioni battenti bandiera italiana, finiscono dunque per preferire la Corsica e la Costa Azzurra, non a caso quasi la totalità delle barche presenti nelle insenature vietate è di stranieri, lo conferma il direttore Giacomo Pileri della marina di Portorotondo. E se a Portorotondo sono particolarmente arrabbiati non è tanto nei confronti della Guardia costiera che “fa il suo dovere applicando le norme” quanto perché “l’ente parco della Maddalena ha concentrato i divieti nelle isole vicine alla Costa Smeralda e li ha alquanto allentati altrove”, lo sfogo di Roberto Azzi, titolare di una attività di yachting. Dal suo punto di vista, infatti, finiscono per rischiare oltre mille lavoratori fra nautica e indotto, una prospettiva che non è auspicabile soprattutto quando già c’è un calo dei turisti e la stagione risulta compromessa.