L’investigatrice Miriam Ponzi in manette: associazione a delinquere e bancarotta

L’accusa nei confronti di Ida Miriam Ponzi, nota investigatrice privata figlia del più famoso Tom Ponzi, è di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta e documentale. La misura cautelare nei confronti della donna, titolare dell’omonima società investigativa e arrestata oggi a Roma, è stata disposta dal gip di Milano, Enrico Manzi, su richiesta del pm Stefano Civardi. Da Roma la donna è stata subito trasferita a Milano, dove è in corso l’inchiesta. In manette, insieme a lei, anche il figlio Doriano Tommaso Jaroudi e altre due persone tra le quali compare Luigi Morosini, attualmente agli arresti domiciliari. Secondo l’accusa gli arrestati distraevano “sistematicamente gli importi fatturati dalla Miriam Tom Ponzi Milano srl”, a favore della stessa Miriam o del figlio Doriano. Coi soldi della società pagavano altri beni, tra cui per esempio uno chalet in Svizzera. L’inchiesta che li coinvolge nasce dal fallimento della società di investigazioni private che veniva gestita, secondo l’accusa, da un prestanome, appunto Luigi Morosini. Il pubblico ministero ha accertato che anche dopo il fallimento della società (marzo 2011) sono stati effettuati numerosi trasferimenti di denaro per sottrarre i fondi ai creditori. Nel decreto di perquisizione si fa riferimento anche al trasferimento dai conti della società di somme senza causale.