video suggerito
video suggerito

L’Inno di Mameli sarà cantato a scuola. Protesta la Lega, ma non è sola

Il provvedimento della commissione Cultura della Camera prevede l’insegnamento di “Fratelli d’Italia” a partire dall’anno scolastico 2012-13. Dure critiche da parte della Lega Nord, ma scontenti anche gli altoatesini e i sardi per cui la proposta “è inaccettabile e grottesca”.
A cura di Biagio Chiariello
129 CONDIVISIONI
L Inno di Mameli sara cantato a scuola Protesta la Lega ma non e sola

Grandi novità per la scuola che verrà. All'annuncio del Ministro Profumo dell'introduzione dei licei sportivi a partire dal 2013-14, si aggiunge la proposta della Commissione Cultura alla Camera che prevede che dal prossimo anno nelle scuole siano predisposti dei percorsi formativi che inneschino il dibattito sugli eventi più significativi della storia d'Italia e che, in tal senso, gli alunni imparino «le parole e il senso dell'Inno di Mameli, che ha numerosi riferimenti storici.» Così la relatrice del provvedimento, Paola Frassinetti (Pdl), che propone dunque di rendere obbligatoria una giornata «dell’Unita’ nazionale, della Costituzione,dell’inno e della bandiera». Sia chiaro che non saranno previste nuove festività, ma «si tratta solo di un modo per fare sì che venga spiegato il senso di questi importanti simboli ai più giovani» conclude la Frassinetti.

Quasi tutti i gruppi parlamentari sono d'accordo sull'iniziativa. Contrari ovviamente quelli della Lega, a partire da Umberto Bossi che si è limitato ad auspicare che «non lo cantino i miei figli». E per la verità sulle intenzioni di Renzo detto il Trota di cantare Fratelli d'Italia non ci ponevamo molte speranze. Più articolato è invece il punto di vista Oscar Lancini, sindaco di Adro, già noto per aver negato la mensa ai bambini che non erano in regola con le rette mensili (quasi tutti stranieri): «Non è certo obbligando con una legge che si cambia il sentimento della gente». Parole dette ad Ansa.it che lasciano trapelare la convinzione che il Paese sia pervaso da sentimenti  antinazionalisti. E il dibattito sull'insegnamento dell'inno di Mameli a scuola diventa il pretesto per ribadire un vecchio slogan «La gente è stanca di pagare perché a Roma c'è chi ruba i soldi. Ne ha piene le balle, mi scusi per il francesismo…».

Ma insegnare l'inno di Mameli a scuola è cosa che non s'ha da fare pure per tirolesi e sardi. I primi la considerano una proposta «semplicemente assurda» secondo Richard Theiner del Südtiroler Volkspartei. «il parlamento italiano deve rendersi conto che in Italia ci sono anche cittadini con altre radici culturali e storiche», afferma Theiner che invita il Governo a soffermarsi su «altri problemi da risolvere». E in ogni caso fa sapere che il SVP presenterà una domanda in cui verrà chiesto che l'obbligatorietà non includa anche le scuole di lingua tedesca e ladina in Alto Adige. Dello stesso avviso è anche il segretario nazionale del Partito Sardo d'Azione, Giovanni Angelo Colli, per cui la proposta «è inaccettabile e grottesca, la Sardegna ha già il suo inno nazionale che è Procurade e Moderare Barone sa tirannia»». «Il fatto che si tratti della sintesi di due proposte, una targata Pd del febbraio 2009 e una Pdl del febbraio 2011 – aggiunge Colli – la dice lunga anche sul carattere accentratore e reazionario dei fossili politici che sostengono il governo paracoloniale Monti che non trovano di meglio che richiamarsi ideologicamente a parole scritte nel 1847 per dimostrare di esistere».

129 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views