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L'”imprenditore dei capelli” Cesare Ragazzi condannato per bancarotta fraudolenta

L’imprenditore specializzato nei trattamenti per capelli è stato condannato a due anni e 8 mesi.
A cura di D. F.
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Cesare Ragazzi, il "re" dei trattamenti ai capelli, ha patteggiato ieri una pena a due anni e otto mesi per bancarotta fraudolenta. L'ex imprenditore vide fallire la propria società nel 2009. A pronunciare la sentenza è stato il Gup del tribunale di Bologna Alberto Gamberini in seguito a un'indagine condotta del Pm Morena Plazzi, sostituita oggi in udienza dal Pm Augusto Borghini; anche la figlia di Cesare Ragazzi, Alessia, ha patteggiato, così come un altro imputato che per un periodo ricoprì la carica di consigliere delegato. Sono stati invece tutti assolti sei componenti, in diversi momenti, del collegio sindacale.

I reati contestati si riferivano al periodo tra il 2002 e il 2008, quando Ragazzi, difeso dagli avvocati Jader Ritrovato e Gianluigi Lebro, rivestì gli incarichi di presidente, amministratore unico e amministratore di fatto. Nel giorno del fallimento la società avrebbe accumulato crediti inesigibili per circa 1,7 milioni. L'accusa riguardava tra le altre cose il meccanismo di "progressivo svuotamento del patrimonio societario" a favore di altre aziende, omettendo però le annotazioni necessarie nel redigere i bilanci e le comunicazioni previste dalla legge. A ciò si aggiunsero poi operazioni contabili descritte come giroconti tra società della stessa famiglia.

Beni della società sarebbero in seguito stati distratti e dissipati, con il via libera a "ingentissimi finanziamenti al di fuori di ogni criterio di utile gestione dell'impresa a favore di società direttamente o indirettamente riconducibili ad alcuni membri della famiglia Ragazzi", finanziamenti per i quali "non effettuavano alcun tentativo di recupero delle somme prestate, nonostante la già palese condizione di insolvenza" della società.

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