L’importanza di scegliere da subito la facoltà giusta

Sei forte in matematica o in greco? Vuoi lavorare nel giornalismo, scoprire le stelle o fare il broker? Non rispondere subito. Prenditi il tuo tempo: capisci meglio te stesso e il mondo del lavoro.
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A cura di Danilo Massa
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Si è chiuso il capitolo emozionante, sofferto, “caldo” (l’estate è arrivata sui banchi di scuola) degli esami di stato. Davanti una prateria infinita di possibilità ed esperienze da vivere con entusiasmo, ma anche una serie di scelte da prendere con la consapevolezza di chi sa che il gioco si fa sempre più duro. Per molti studenti il conseguimento del diploma di maturità è solo la porta d’accesso al mondo universitario, che propone al giovane una quantità di alternative che non può non mettere in imbarazzo.

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Ci sono le facoltà, i corsi di laurea, i curricula e poi l’Ateneo da scegliere. Nel mezzo le proprie passioni e l’attesa – momentaneamente lontana ma sempre presente – di un lavoro. Ecco perché la scelta della facoltà giusta diventa a volte tanto importante da angustiare il giovane che vorrebbe solo godersi una lunga, meritata vacanza. Nel presente articolo daremo dunque qualche suggerimento su come orientarsi nella scelta del percorso universitario, su quali segnali tenere in considerazione e a quali fonti rivolgersi.

I principi base della scelta

L’abbiamo anticipato: per fare la scelta giusta è necessario tenere in considerazione le proprie passioni e le prospettive di lavoro. L’elemento soggettivo – le proprie preferenze – non va assolutamente mortificato da ragionamenti che si vorrebbero più pratici e che alla fine, praticamente, riescono soltanto a rallentare il proprio iter accademico. Il percorso di studi necessita di curiosità e benessere psicologico perché possa giungere a termine in tempi e modi decorosi.

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D’altro canto il sorriso degli anni di studio si tramuta in pianto se, una volta giunti sul mercato del lavoro, si resta per anni disoccupati o si è costretti ad un impiego incoerente rispetto alla propria laurea. Per questo motivo è sempre bene tenere presente che il percorso universitario è strettamente legato al mondo del lavoro e che non sempre la passione con cui abbiamo portato a termine gli studi riesce a sopperire alle criticità del mercato del lavoro.

Conosci (un po’ meglio) te stesso

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Sulla base di quanto suesposto è necessario che lo studente si fermi e pensi a sé. Nel corso dei propri studi ci sono materie in cui ci si è contraddistinti ed altre in cui si è stentato. Questi giudizi vanno presi in alta considerazione, ma bisogna ricordare che comunque certi percorsi potrebbero essere stati anche frutto del caso o che l’impressione di amare una materia sia – ad esempio – conseguenza più della stima concessaci da un professore piuttosto che di una vera e propria propensione verso quell’area di studio. Insomma, per quanto possa apparire naturale approfondire le materie che ci hanno dato maggiori soddisfazioni (e spesso lo è), bisogna comunque valutare la possibilità che la propria identità non sia stata perfettamente inquadrata negli anni della scuola.

Leggere criticamente i giudizi dei professori ci potrebbe aiutare a capire quali sono le nostre passioni durature, sottraendoci a quei pregiudizi che – tra interrogazioni, compiti in classe e voti – possono aver semplificato artificiosamente l’immagine di noi stessi. Con questo stato d’animo possiamo dunque apprestarci ad affrontare giornate di orientamento organizzate dagli stessi atenei e test psicoattitudinali.

Conosci l’offerta accademica

Dai primi anni del nuovo millennio le riforme universitarie hanno contribuito ad assegnare maggiore autonomia agli atenei che, in concorrenza tra loro, hanno teso a diversificare fortemente l’offerta accademica. Se in passato, ad esempio, “Scienze politiche” presentava, tra i diversi atenei, corsi molto simili tra loro, oggi le alternative sono cresciute esponenzialmente. Di fronte alla complessità che ne è derivata, l’aspirante matricola deve studiare (ancor prima di iscriversi all’università) e procedere “ad imbuto”. In primo luogo dovrebbe capire se sia di suo interesse più l’area umanistica rispetto a quella scientifica, dopodiché dovrebbe individuare la facoltà ed infine il curriculum. Grazie al portale Federica.eu è possibile seguire on line corsi integrali comprensivi di test di autovalutazione. In questo modo è possibile avere un’idea più pratica di come si sviluppa una lezione universitaria e delle nozioni che si acquisiranno al termine del percorso di studi. Lo studente, infatti, non solo approfondisce argomenti che ha trattato a scuola, ma verrà a conoscenza di materie che non ha mai studiato prima. In quelle incognite può crescere il seme della curiosità o il mostro della paura.

Conosci il mercato del lavoro

Imparare per il solo piacere della conoscenza è molto nobile e aiuta a vivere meglio, ma l’urgenza per i più è entrare nel mondo del lavoro in tempi celeri. Per questo motivo è utile conoscere le percentuali di assunzione dei neolaureati nelle singole facoltà. Non descrivono certo un destino individuale, ma danno l’idea di quali difficoltà si possono incontrare in futuro. Certo, terminati gli studi non tutto sarà necessariamente nella stessa situazione di quando avete iniziato gli studi, ma, soprattutto per le facoltà “storiche”, è difficilmente pensare a grandi stravolgimenti. Un sito da cui è possibile trarre statistiche a riguardo è YouLaurea, che consigliamo vivamente di visitare. L’avevamo detto: per cominciare l’avventura universitaria è necessario “studiare” un po’. Gli ingredienti fondamentali, tuttavia, restano entusiasmo e curiosità. Buona fortuna!

[Le immagini nell'articolo, dall'alto verso il basso, sono nell'ordine di CollegeDegrees360 e Ugl_Uiuc]

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