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L’Etna dà spettacolo: l’eruzione più forte degli ultimi 20 anni

L’eruzione dell’Etna è uno spettacolo senza precedenti con fontane di lava e una colonna eruttiva di magma, cenere e gas. E’ tra le più forti degli ultimi 20 anni: “Un momento storico” tuona il vulcanologo.
A cura di Fabio Giuffrida
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AGGIORNAMENTO 7 DICEMBRE – L'Aeroporto di Catania è tornato pienamente operativo: stanotte, infatti, è stato chiuso "a causa del perdurare dell’emissione di cenere lavica da parte del vulcano". L’attività al Nuovo Cratere di Sud-Est, nello specifico, sta continuando in maniera costante e regolare. All’alba "sono avvenute alcune frane di materiale instabile sul fianco del cono, trasformandosi in valanghe ardenti che hanno percorso poche centinaia di metri in direzione della Valle del Bove". Registrata anche un’attività effusiva che aveva generato due colate laviche.

L'Etna si risveglia con una delle più forti eruzioni degli ultimi 20 anni. Uno show che, però, ha già causato disagi: il Sindaco di Giarre ha chiesto sostegno alla Protezione civile per l'emergenza cenere, una notevole ricaduta di sabbia vulcanica che ha interessato il territorio giarrese e che ha spinto l'amministrazione comunale a vietare la circolazione di cicli e motocicli. Eruzione vulcanica che ha portato alla chiusura dell'Aeroporto di Catania: molti i voli cancellati e/o dirottati. Dalle 6 di stamattina, invece, lo scalo etneo è tornato pienamente operativo, come comunica la Sac.

Cenere vulcanica a Giarre, Aeroporto operativo

Secondo l'Ingv di Catania si tratta dell'attività eruttiva "tra le più energetiche nell'ultimo ventennio". Nello specifico, sono state registrate fontane di lava e una colonna eruttiva di magma, cenere e gas. Nell'ultimo aggiornamento (5 dicembre – ore 21), l'Ingv specificava che, nelle ultime 24 ore, "si sono verificati due episodi parossistici al cratere Voragine dell'Etna con alte fontane di lava e colonne eruttive alte molti chilometri" (nei giorni scorsi si è registrata un'altezza di almeno 7 km sopra la cima del vulcano). Il materiale piroclastico di ricaduta è stato depositato sull'alto versante sud-occidentale del vulcano, al di sopra di 2000 m, mentre ricadute di cenere sono avvenute nel settore orientale in zona Giarre-Zafferana Etnea.

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"E' un momento storico"

E' stato sconsigliato vivamente di avvicinarsi ai crateri sommitali dell'Etna. Secondo il vulcanologo Boris Behncke "chi assiste all'attività dell'Etna sta vivendo momenti storici" perché "la voragine è il cratere sommitale che fa le eruzioni più violente in assoluto, le fa raramente e mai ha fatto tre parossismi di questa violenza in così poco tempo". "A distanza di tre giorni sì, nel 1960, ma due in 12 ore, questo mai" ha aggiunto. E infine ha scritto una considerazione personale: "Ho questa sensazione, che negli ultimi mesi l'Etna abbia osservato come altri vulcani nel mondo abbiano fatto le loro cose. Come per esempio il Calbuco in Cile, o più recentemente, il Momotombo in Nicaragua. Restò là in silenzio, e il mondo quasi la dimenticò. Ora è tornata in scena con un doppio botto, per mostrare che lei può fare tutte le cose che abbiamo visto agli altri vulcani durante la notte e in pieno giorno, e tutto ciò nella bella vecchia Sicilia, questo posto adorato da tutti ma di cui nessuno se ne frega".

La cenere vulcanica avrebbe compromesso anche la raccolta dei frutti, cadendo soprattutto sulle piante di agrumi nella piana di Rosarno-Gioia Tauro: questa la denuncia di Coldiretti che, in base ai primi sopralluoghi svolti dai tecnici, parla di due sostanziali problemi. Da una parte la cenere avrebbe bloccato il processo di maturazione degli agrumi, dall'altra "sarebbero stati bruciati i frutti mentre erano già maturi".

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