L’Esercito italiano assume hacker: “Abbiamo sottovalutato la minaccia”
"Non avevamo compreso la dimensione della minaccia, ma ora ci stiamo attrezzando", così il Capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Claudio Graziano ha annunciato la svolta per la Difesa italiana pronta ad assumere esperti informatici e hacker per far fronte alle nuove minacce che si pongono davanti ala sicurezza del Paese. "Abbiamo creato il Cioc, Comando interforze operazioni cibernetiche, che è già in funzione e dal 2018 sarà a pieno regime, ma stiamo pensando anche a un reclutamento straordinario, e ho già dato direttive in tal senso, perché tra i giovani ci sono delle grandi capacità: basta un hacker per mettere in crisi un sistema di computer" ha spiegato in un intervista a Repubblica Graziano presentando la sua riforma dell'esercito italiano che dovrà essere composto da meno uomini e mezzi, ma più specializzati e sofisticati.
Una parte importante sarà riservata appunto alle specializzazioni tecnologiche e informatiche. "Già oggi nella scuola di Chiavari abbiamo una sala per simulare azioni cyber, gestita in collaborazione con l'Università di Genova, ma dobbiamo cercare all'esterno queste professionalità, soprattutto negli atenei" ha spiegato il Generale, aggiungendo: "Serviranno investimenti importanti, con ricadute però sullo sviluppo tecnologico del Paese. Credo che in futuro si arriverà al 10 per cento delle risorse della Difesa. Oggi tutto è già cyber: ogni nuova nave, aereo o mezzo terrestre è un sistema dove la componente digitale costituisce il 50-60 per cento dei costi e delle capacità".
"In patria difenderemo la sicurezza delle nostre reti, mettendo le strutture a disposizione degli altri dicasteri. Nelle missioni all'estero ogni comandante potrà contare su tutti gli strumenti cyber, anche di natura offensiva" ha rivelato il comandante in capo delle nostre forze armate. Nel nuovo esercito tutte le forze dovranno avere una forte integrazione e un coordinamento rodato. "Oggi non c'è nessuna attività che non richieda componenti di ciascuna forza: non ci possiamo permettere doppioni, l'integrazione è una scelta obbligata" ha insistito Graziano, concludendo: "Dobbiamo seguire l'esempio di altri paesi che si stanno già muovendo su questa linea: "Gli stati maggiori si rimpiccioliscono e cala il numero di alti ufficiali. Rimpiangere il passato ma non si trattava di "bei tempi andati, dobbiamo essere in grado di guardare al futuro perché gli egoismi militare non mai hanno prodotto efficacia".