Ha cent'anni Giuseppe Ottaviani. Nell'anno in cui è nato in Russi c'era la Rivoluzione d'ottobre, gli Stati Uniti entravano nella Prima Guerra Mondiale e all'Opera di Montecarlo debuttava La Rondine di Giacomo Puccini. Cent'anni dopo, a Ancona, Giuseppe è campione de mondo e recordman mondiale nella disciplina del salto del lungo categoria M100 riservata agli inesauribili atleti centenari con un salto di 1,16 che supera il suo record dell'anno scorso di 1,08.
Giuseppe Ottaviani è stato al fronte durante la Seconda Guerra Mondiale, ha fatto il sarto per tutta la vita e solo a 70 anni ha deciso di dedicarsi all'atletica. Nel 2014 si è guadagnato10 medaglie d'oro nella sua categoria ai Mondiali di Budapest. Oggi si è superato ancora.
"Sono davvero contento e felice – dice Ottaviani dopo il successo – per tutti gli amici che sono venuti qui a salutarmi. Cosa posso volere di più? Sto bene in compagnia di tanta gente che ama lo sport come me e che mi dà la carica per andare avanti. Dobbiamo essere ottimisti e l’atletica ci aiuta ad esserlo”. Mentre esulta nella divisa rossa del Gs Atl. Effebi Fossombrone ha i pugni chiusi, le braccia alzate e il sorriso liquido di chi a cent'anni non ha ancora finito di completare tutte le sfide che serba nel cuore.
Eppure non è quel poco più di un metro a farne un campione: Giuseppe è perseverante, di quella perseveranza che hanno quei nonni sempre intenti ad aggiustare e aggiustarsi, migliorare e migliorarsi, che si portano gli anni sulle spalle con il dovere di usarli nel modo migliore possibile. Giuseppe è un campione proprio perché ci ha provato, a battere il record. E il suo coraggio di osare è la medaglia più bella.
Forse la morale della favola è tutta qui: alimentare la speranza anche quando tutto intorno si fa grigio. E così anche cent'anni alla fine sono leggeri come una rincorsa.