La favola, come se non bastasse, è anche ambientata in un ristorante d'eccezione: il Noma ha aperto nel 2004 a Copenaghen, Danimarca, ed è stato per ben 4 volte giudicato il ristorante migliore del mondo nel 2010, 2011, 2012 e 2014. Ali Sonko al Noma ha cominciato a lavorarci fin dal giorno della sua apertura, 13 anni fa, da lavapiatti. Oggi, 13 anni dopo, Ali Sonko è socio di René Redzepi, l'amministratore delegato della società che gestisce il ristorante e compare sorridente abbracciato con lui in prima pagina sul Guardian.
«Questo è uno dei momenti più belli nella nostra storia – ha dichiarato Redzepi annunciando il nuovo socio – perché non penso che la gente possa capire il privilegio di avere al nostro fianco una persona come Ali, sempre presente e sorridente nonostante si prenda cura di ben 12 figli». Sì, perché Ali Sonko (originario del Gambia) con il suo lavoro da lavapiatti ha sostenuto in questi anni una famiglia numerosissima. Arrivato in Danimarca 34 anni fa come immigrato dalla Macedonia, oggi ha 62 anni e nelle foto che lo ritraggono durante la festa del locale ha un sorriso luminosissimo che gli fa il giro di tutta la faccia.
«Non riesco a descrivere quanto sia io felice di lavorare qui – ha dichiarato Ali – poiché ci sono le persone migliori che mi potessero capitare e un bel clima di amicizia. Tutti hanno sempre dimostrato un grande rispetto verso di me e qualsiasi cosa dica o chieda mi hanno sempre ascoltato.»
Quando il Noma visse l'ambito premio di miglior ristorante del mondo Ali Sonko non poté andare a Londra con i colleghi a ritirarlo: problemi di visto gli hanno impedito l'ingresso nel Regno Unito e tutto il personale presente alla celebrazione ha deciso di indossare una maglietta con il suo volto come segno di vicinanza.
Ed è una storia bellissima, quella di Ali, che ci insegna che il rispetto e la dignità, nel lavoro, sono anche elementi produttivi. Nonostante qualcuno si ostini a credere che il successo derivi solo dal contenimento dei costi quando in un'idea professionale si tiene conto dei cuori ne esce sempre qualcosa di straordinario.