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L’autostrada è bloccata, perde l’aereo: sarà risarcito. Lo dice la legge

Il caso di un 74enne di Parma che aveva perso il volo per il Brasile a causa del blocco sulla A1 causato da un maxi incidente. La compagnia aerea non gli ha rimborsato nulla, ma lui ha causa e l’ha vinta.
A cura di B. C.
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Chi almeno una volta nella vita non ha avuto l’incubo di restare bloccato nel traffico e perdere l’aereo, magari quel volo che ci conduce verso una vacanza in qualche posto lontano dopo un anno di lavoro? Ebbene, è proprio quello che è successo ad un 74enne parmigiano, inghiottito nel traffico post-incidente in A1 la notte del 27 febbraio 2014, che ha dovuto dire addio al Brasile. L’uomo però non si è dato per vinto: la vacanza era persa, però lui  si è rivolto ad un giudice ed ha vinto. Ed ora la compagnia aerea è stata costretta a rimborsare integralmente il biglietto, con tanto d’interessi.

Ma che c’entra la compagnia aerea col traffico in autostrada? C’entra e lo dice la legge: chi non riesce a partire per ragioni di forza maggiore ha diritto al rimborso. A darne notizia, come riportato da La Gazzetta di Parma, è l’avvocato Giovanni Franchi, legale del protagonista della storia, che ricorda: “Molte persone non sanno che per cause di forza maggiore il consumatore è tutelato da una norma chiarissima”. Il 74enne avrebbe dovuto raggiungere Rio de Janeiro con un volo da Bologna, via Madrid, in partenza la mattina. Così si mette in viaggio verso l'aeroporto Marconi, ma scoppia l’inferno. L’uomo resta bloccato in coda nei pressi di Reggio Emilia in seguito a un ingorgo che coinvolte un camion e un pullman, con 25 feriti e l’autostrada del Sole che va in tilt con tanto di chiusura.

“Tutti eventi che riempirono la cronache dei giornali – ricorda l’avvocato Franchi -. Pagine che ho portato in aula come prove per far capire fino in fondo la gravità della situazione”. E prosegue: “In quei momenti concitati il mio cliente tentò più volte di mettersi in contatto con la compagnia aerea per cambiare il volo, anche l’agenzia di viaggio a cui si era affidato si fece in quattro per aiutarlo. Ma al centralino dell’Iberia nessuno rispondeva al telefono: l’apertura degli uffici sarebbe scattata solo un’ora più tardi”. Una volta arrivato a Bologna, "all'aeroporto gli viene detto che non era possibile il rimborso del biglietto e nemmeno il cambio", come riferisce il legale. Però il 74enne non si è arreso: “Come di consueto in questi casi, abbiamo attivato la mediazione obbligatoria – i cosiddetti tentativi di conciliazione – ma tutto è andato in fumo: l’Iberia non si è neppure presentata”. Così la causa è approdata di fronte al Giudice di Pace ed è arrivata la sentenza. E’ l’articolo 945 del decreto legislativo 96 del 9/5/2005 a riassumere tutta la storia: “Se la partenza del passeggero è impedita per cause a lui non imputabili, il contratto di viaggio è risolto e il vettore restituisce il prezzo del passaggio già pagato”.

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