L’auto su cui morì Giovanni Falcone va esposta al pubblico
L'immagine, anche se sono passati 22 anni, fa ancora gelare il sangue. Quella Fiat Croma bianca accartocciata che ricordiamo piegata sotto il peso di quintali d'asfalto sbriciolato, saltato in aria e caduto in terra, è la vettura su cui Giovanni Falcone morì il 23 maggio 1992, vittima di un attentato di Cosa Nostra. Con lui la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Ora quest'auto, evidentemente un simbolo, un simbolo nazionale, è esposta. Ma è come se non lo fosse. Lo racconta il giornalista Sandro Ruotolo, sul suo profilo Facebook: "È esposta – spiega – in una enorme teca di vetro in uno dei cortili della scuola di polizia penitenziaria a Roma. A due passi dal Raccordo anulare. Come potrete ben capire non è aperta al pubblico e l'accesso non è per tutti».
Di qui la proposta di Ruotolo: "Sapete bene quanto sia importante custodire la memoria e sapete anche cosa abbia significato per tutto il Paese la strage di Capaci. Perché – aggiunge – questa teca con l'auto di Giovanni Falcone non può essere visitata da tutti? Perché non può essere esposta in una piazza di Roma, per esempio vicino al ministero di grazia e giustizia nel cuore della città?".
Dal ragionamento del giornalista napoletano è nata una petizione pubblica, su Change.org, per chiedere a Matteo Renzi di esporre pubblicamente, a monito perenne delle lotte antimafia, la vettura della strage di Capaci.