Benedetti i bambini quando ci riportano in terra, rimettono le cose al loro posto, riaffermano il valore dei ruoli e delle azioni dimostrandoci come la semplicità spesso è la linea diretta per arrivare al cuore delle questioni. Così accade che l'atto politico del giorno sia tutt'altro dalle beghe scissioniste o dai populismi urlati e stia nella lettera stropicciata di una bambina di sette anni che, scrivendo al sindaco di Bari (e presidente nazionale dell'ANCI) Antonio Decaro, annuncia di volere fare la sindaca e di avere già in testa un programma chiaro.
"Caro sindaco, io sono Nicole e ho 7 anni – scrive la bimba nella sua missiva – anche io vorrei fare il sindaco da grande. Mi devi dire la scuola per fare il sindaco – scrive Nicole, immaginando naturalmente che anche per la politica esista l'obbligo dello studio e dell'approfondimento – quando sarò sindaco vorrei pulire le strade, togliere le bombolette e ridipingere i palazzi. Ti dico solo queste cose così lo fai tu e non lo dovrò fare io".
E in tre righe la politica torna a essere semplicemente quello che dovrebbe essere: preparazione, cura di ciò che ci sta intorno e quotidianamente abitiamo e proposta e ascolto. Una bambina più lucida di tanti trafficanti di interessi particolari o egoriferiti affamati di posti di potere: chissà se qualcuno non è arrossito a leggere la freschezza di una lettera così.
"Io il mercoledì e il venerdì vado a danza – scrive Nicole – . Ho tante idee, solo che non c'è spazio per scriverle tutte. Ma quanto tempo puoi stare a casa?". E conclude: "Spero di essere votata, tu mi puoi votare per favore?". Il sindaco Decaro, da parte sua, le ha promesso il suo voto spiegandole che il "lavoro" del sindaco è faticoso, ma rimane uno dei più belli del mondo.
E chissà che non ne crescano tanti di bambini così, innamorati della politica come noi troppo spesso non riusciamo più.