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L’Aquila: stupro all’uscita della discoteca, fermato un militare

Picchiata e stuprata in un parcheggio di una discoteca: una ventenne è stata ritrovata in una pozza di sangue, seminuda e semiassiderata. Per l’aggressione avvenuta a Pizzoli, L’Aquila, è stato fermato un giovane militare che respinge le accuse.
A cura di Carmine Della Pia
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stupro a pizzoli

Una ventenne è stata violentata al termine di una festa in discoteca a Pizzoli, in provincia de L’Aquila. Per l’aggressione è stato fermato un militare, indossava vestiti sporchi di sangue. Ieri mattina il proprietario del locale ‘Guernica’, Luigi Marronaro, aveva ritrovato la vittima a terra, nel parcheggio, seminuda e in una pozza di sangue. Viste le condizioni meteorologiche, la giovane era semiassiderata ma, nonostante il forte choc, non è in pericolo di vita. Sabato sera aveva trascorso una serata in discoteca con gli amici. La ragazza ha perso molto sangue e, viste le ferite particolarmente profonde, si pensa che l'aggressore l'abbia anche picchiata selvaggiamente. Il proprietario del locale credeva che la ventenne fosse morta: aveva chiamato prontamente un’ambulanza. Il giovane fermato questa mattina ha respinto le accuse, sostenendo di aver consumato un rapporto sessuale consenziente con la ventenne.

Picchiata e violentata in un parcheggio – Il gestore della discoteca aveva segnalato alle autorità un militare che la sera prima si trovava alla festa. Questi ha riferito di non aver abusato della ragazza, e per questo la sua versione sarà confrontata con quanto dirà la vittima e con gli esami tecnico scientifici. Il militare sarebbe stato visto con gli indumenti sporchi di sangue, non lontano dal luogo in cui sarebbe avvenuto lo stupro. Il ragazzo è stato visto parlare con la vittima durante a festa, una serata cui erano presenti circa 100 persone. Sul web si susseguono le manifestazioni di solidarietà per la giovane, messaggi di sdegno cui si accoda anche il sindaco di Pizzoli, Angela D’Andrea. Anche il Centro Antiviolenza per le donne dell’Aquila diffonde una nota: “Siamo piene di questo dolore sordo mescolato a rabbia intensa, perché ancora una volta uno, due, tre, quattro uomini o ragazzi, quale che sia la loro età ed il loro passaporto, hanno disposto del corpo di una donna come di un personale territorio di caccia, segnando con crudeltà la vita di questa ragazza, interrompendo i suoi sogni, leggeri e intatti come possono esserlo a vent'anni”.

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