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L’allarme di Greenpeace: “C’è un mix di pesticidi nei frutteti italiani”

Il rapporto di Greenpeace sulla presenza di pestidici nei suoli e nelle acque dei frutteti. Il 70% delle sostanze individuate ha un’elevata tossicità per gli esseri umani o per l’ambiente.
A cura di B. C.
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Il 78% dei campioni di suolo e il 72% di quelli di acqua prelevati nei meleti europei contengono residui di pesticidi e il 70% dei pesticidi identificati hanno livelli di tossicità molto elevati per gli esseri umani e per l’ambiente. In un singolo campione di suolo raccolto in Italia sono state trovate fino a tredici sostanze chimiche diverse, e dieci in un campione di acqua. Lo sostiene Greenpeace  nel rapporto “Il gusto amaro della produzione intensiva di mele. Un’analisi dei pesticidi nei meleti europei e di come soluzioni ecologiche possono fare la differenza”. La notizia è riportata da Repubblica.

"I risultati", si legge nel rapporto, "mostrano che nei meleti europei è possibile trovare una vasta gamma di pesticidi nel suolo e nelle acque, che rimangono nel terreno e continuano a inquinare l'ecosistema anche dopo l'applicazione. Nonostante non sia possibile determinare l'esatta provenienza di questi pesticidi, l'ipotesi più verosimile è l'uso diretto (recente o passato) di pesticidi nei meleti dove questi campioni sono stati raccolti, mentre alcune sostanze potrebbero essere il prodotto della parziale degradazione di altri pesticidi". Su un totale di 85 campioni raccolti (49 di suolo e 36 di acqua provenienti da meleti intensivi) sono stati trovati 53 pesticidi diversi. “L’Italia è uno dei maggiori produttori di mele a livello europeo. Abbandonare un modello agricolo fortemente dipendente dai prodotti chimici è fondamentale, anche per proteggere i nostri agricoltori e le loro famiglie, che sono i primi a essere direttamente esposti” dichiara Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia “L’imponente uso di queste sostanze nella produzione intensiva di mele è un altro fallimento dell’agricoltura industriale”.

L’analisi è stata effettuata in dodici Paesi europei e il più alto numero di pesticidi nel suolo è stato trovato proprio in Italia (18 in totale su 3 campioni raccolti), seguono il Belgio (15 su 3 campioni) e la Francia (13 su 6 campioni). Per quanto riguarda l'acqua, invece, i valori maggiori sono stati registrati in Polonia (13 pesticidi su 3 campioni), Slovacchia (12 su 3 campioni) e Italia (10 su 2 campioni).  Il pesticida riscontrato con maggior frequenza nel suolo e nelle acque è il fungicida boscalid (presente nel 38 per cento dei campioni di suolo e nel 40 per cento dei campioni di acqua). "Chiediamo ai paesi dell'Unione europea di bandire i pesticidi chimici di sintesi dalle coltivazioni e di indirizzare i sussidi a sostegno di pratiche ecologiche, tutelando così la salute degli agricoltori, delle acque e del suolo", propone Federica Ferrario.

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